Il ministro Guerini ha annunciato che l’Italia manderà una nuova fornitura di armi all’Ucraina. La Nato ci ha chiesto artiglieria pesante ma la lista è top secret: circolano già voci però su quali armamenti potremmo inviare a Kiev tanto che il Movimento 5 stelle si è detto pronto a votare contro in Parlamento.
La decisione ormai è presa ed è arrivata al termine del vertice Nato che si è svolto presso la base tedesca di Ramstein: l’Italia invierà altre armi all’Ucraina come ha annunciato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
“L’Italia continuerà a fare la propria parte sulla base delle indicazioni decise dal Parlamento italiano - ha spiegato Guerini a margine del vertice Nato - Da questo punto di vista, ci sarà un nuovo invio da parte italiana di equipaggiamenti militari, indispensabili per continuare il supporto alla resistenza ucraina”.
Quali armi l’Italia andrà a inviare all’Ucraina non è dato sapersi, con il ministro che nella giornata di giovedì illustrerà il contenuto del prossimo decreto in occasione di una audizione al Copasir.
“La lista è stata secretata - ha spiegato il presidente del Copasir il senatore Adolfo Urso - Per non mettere a rischio il nostro Paese e non informare colui che sta aggredendo il popolo ucraino”.
La Nato però avrebbe chiesto un salto di qualità nelle forniture militari a Kiev, tanto che anche la riottosa Germania alla fine si sarebbe allineata annunciando l’invio di 50 carri armati Gepard. La Francia invece si è impegnata a mandare cannoni con gittata di 40 chilometri e il Regno Unito missili antiaerei.
Le armi che l’Italia manderà in Ucraina
Come ha spiegato il presidente del Copasir Adolfo Urso, la lista delle armi da spedire in Ucraina concordata dal ministro Lorenzo Guerini in occasione del vertice Nato di Ramstein, è stata secretata per motivi di sicurezza.
Nella serata di ieri l’Ansa, sottolineando come il nuovo decreto sull’invio di armi a Kiev dovrebbe essere simile al primo già licenziato dal Parlamento, ha stilato una sorta di elenco di cosa andremo a fornire all’esercito ucraino.
“Missili spalleggiabili Stinger e Milan - si legge - mortai anti-carro, mitragliatrici pesanti e leggere, giubbotti antiproiettile, elmetti, razioni k e proiettili in grande quantità”. Nella sua richiesta di un “salto di qualità” la Nato però potrebbe aver chiesto all’Italia di mandare anche artiglieria pesante: cannoni, obici e semoventi.
Sempre l’Ansa così ha scritto a riguardo.
In particolare lo Stato Maggiore della Difesa, con il Comando operativo di vertice interforze (Covi), guidato dal generale Francesco Figliuolo, sta passando in rassegna le possibili opzioni, tenendo conto anche che gli armamenti terrestri hanno subito un depauperamento negli ultimi anni. Così il Panzerhaubitze 2000, obice semovente di fabbricazione tedesca, usato dall’Esercito italiano, non sarebbe presente in quantità sufficiente da poterne inviare esemplari in Ucraina. Più fattibile la spedizione di semoventi di artiglieria M109, obici che hanno una gittata fino a 15 chilometri. Ci sono poi i cingolati M113 impiegati per il trasporto pubblico. Tra i mezzi più leggeri ci sono i Lince di produzione italiana, presenti in quantità adeguata nelle casere dell’Esercito.
In merito alla possibile fornitura di artiglieria pesante tutto tace però dalle parti del governo.
Il Movimento 5 stelle pronto alle barricate
Appresa la notizia dell’impegno dell’Italia preso con la Nato di fornire ulteriori armamenti all’Ucraina, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte ha subito messo le mani avanti su quello che potrebbe essere l’atteggiamento dei pentastellati in Parlamento.
“Abbiamo chiesto a Draghi e Guerini di venire a riferire in Parlamento, affinché ci sia condivisione di questo indirizzo politico - ha affermato Conte - Il M5s si oppone all’invio di aiuti militari e a controffensive che esulino dal perimetro del legittimo esercizio del diritto di difesa, di cui all’articolo 51 della Carta dell’Onu, da parte dell’Ucraina”.
Anche in occasione del primo decreto il Movimento 5 stelle ha manifestato più di una perplessità ma poi, dopo un faccia a faccia tra Giuseppe Conte e Mario Draghi, alla fine i grillini non hanno fatto mancare i loro voti in Parlamento.
Adesso dalle parti del ministero della Difesa ripetono che il nuovo decreto sarà una sorta di fotocopia del primo, ma questo vorrebbe dire in qualche modo “deludere” la Nato che ha chiesto uno sforzo maggiore a tutti gli Stati membri Italia compresa.
Non resta così che aspettare l’audizione di Guerini al Copasir, ma difficilmente il ministro si sbottonerà di fronte al Comitato visto il massimo riserbo finora mantenuto da Roma in merito alle armi mandate in Ucraina.
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