Torna lo spauracchio dell’uso di armi chimiche. Dopo il nucleare, le armi chimiche sono la nuova-vecchia arma segreta Russa. Quali sono e perché la Nato risponderebbe al loro utilizzo?
L’ucraina denuncia l’uso di armi chimiche contro i civili da parte Russa, accuse che nei giorni scorsi sono già rimbalzate tra le parti per la presenza di “laboratori” americani al confine. Le accuse reciproche hanno allarmato i leader mondiali, ma sull’uso delle armi chimiche Joe Biden è stato chiaro: la Nato risponderà a un attacco di simile natura.
Il rischio che il Cremlino usi armi chimiche è considerato piuttosto concreto, questo per diversi motivi. Infatti, secondo i commentatori internazionali, Putin è ormai alle strette e questo potrebbe spingere il presidente russo ad alzare il tiro. L’uso di armi chimiche è strategico, serve per spaventare la popolazione civile e costringerla ad abbandonare i rifugi e le città assediate. Non è una strategia nuova per la Russia, anche impedire i corridoi umanitari e lasciare i civili senza elettricità e acqua è una mossa per spingere fuori i civili dai loro rifugi.
La Russia potrebbe usare le armi chimiche a questo scopo, anche se la minaccia di risposta Usa e lo sguardo del mondo concentrato sul conflitto potrebbe limitarne l’uso al solo annuncio.
Quali sono le armi chimiche che la Russia potrebbe usare in Ucraina?
La Convenzione sulle armi chimiche proibisce l’utilizzo, lo sviluppo, la produzione e lo stoccaggio di armi tossiche che causano la morte o danni permanenti agli esseri umani e animali. Le armi chimiche, come si legge nella Convenzione, sono considerate armi di distruzione di massa e il loro utilizzo è vietato da 193 Stati membri.
Lo spirito della Convenzione nacque sulle conseguenze dell’uso di armi chimiche nella Prima guerra mondiale e, per quanto ratificata nel tempo, la Convenzione non è riuscita a impedire totalmente l’utilizzo di tali armi. L’ultimo caso con grandi numeri, e che ha coinvolto la Russia, è stato quello della cittadina di Lataminah (Siria) nel 2017. In questa circostanza fu usato il gas sarin, un gas nervino classificato come arma di distruzione di massa che respirato soffoca fino alla morte le vittime.
Le armi chimiche si suddividono in tre liste:
- Lista 1: prodotti usati per scopi di ricerca come iprite, lewisite, nervino, ricina;
- Lista 2: prodotti a uso industriale su piccola scala come il dimetil metilfosfonato (un precursore del sarin) e il tiodiglicole (precursore chimico dell’iprite);
- Lista 3: prodotti a uso industriale su vasta scala come il fosgene e la cloropicrina.
Nato e Russia alle strette sulle armi chimiche: l’utilizzo comporta una risposta
La Russia è un membro delle Nazioni Unite, uno dei membri permanenti del consiglio e per questo ha firmato, insieme ad altri 193 Paesi, la Convenzione sulle armi chimiche. Non per questo però la Russia si è limitata nell’utilizzarle o non le utilizzerà più. La Russia infatti è finita spesso nel mirino internazionale per l’uso di agenti tossici e mortali come il novichok, l’agente nervino utilizzato contro dissidenti politici o sostanze altamente radioattive come il polonio 210.
Su larga scala la Russia ha supportato e coordinato l’uso di armi chimiche contro civili in Siria. L’attuale ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, fu uno di quelli che organizzò la strategia per l’attacco con gas sarin sulla cittadini di Lataminah in Siria nel 2017. L’uso di armi chimiche è diverso da altre armi; come il nucleare, le armi chimiche agiscono indiscriminatamente su civili, bestiame, giornalisti internazionali e soccorritori umanitari.
Allo stesso modo l’uso di armi chimiche - o solamente l’annuncio - è altamente strategico, perché spaventa e mette in fuga i civili. Se la Russia userà davvero armi chimiche in Ucraina non sarà come in Siria, dove tutto è finito con delle trattative. Joe Biden è stato piuttosto chiaro: “Se ci saranno attacchi chimici risponderemo e la natura della risposta dipenderà dalla natura dell’attacco”.
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