Si fa strada l’intesa Francia-Italia sul prossimo nodo da sciogliere in UE: la riforma del Patto di Stabilità. L’asse Draghi-Macron è stato lanciato e punta su crescita e investimenti. E il debito?
Draghi e Macron si fanno portavoce della rivoluzione fiscale necessaria in Unione Europea e lanciano il loro piano di riforma.
Crescita, investimenti pubblici e meno freni alla spesa sono le parole chiave dell’intesa Francia-Italia su quello che si preannuncia il dibattito più importante e complesso in Europa nel 2022: la riforma del Patto di stabilità.
Tradotto: meno austerità, maggiore flessibilità per gli Stati nell’indebitarsi? Così intendono Draghi e Macron, ma l’accordo non sarà facile da raggiungere tra i 27 Paesi membri.
Cosa chiedono all’UE Draghi e Macron
In una lettera al Financial Times, il presidente del Consiglio italiano e quello della Repubblica francese hanno scritto il loro manifesto per le nuove regole fiscali UE.
Non sono entrati nei dettagli, ma hanno indicato una linea chiara, sulla quale probabilmente non c’è un accordo scontato tra i 27 membri UE: il Patto di Stabilità va cambiato e alla luce di quanto avvenuto con la pandemia non può più vincolare la spesa dei Paesi come successo finora.
L’argomento è da tempo chiacchierato negli ambienti europei e tra i politici dell’Unione, visto che nel 2022 si deve trovare un’intesa per riscrivere le regole fiscali comuni.
Il ragionamento di Draghi e Macron poggia tutto su questo passaggio chiave:
“Prima della pandemia, le regole fiscali esistenti dell’UE avevano già bisogno di una riforma. Sono troppo oscure ed eccessivamente complesse. Hanno limitato le azioni dei governi durante le crisi e hanno sovraccaricato la politica monetaria. Inoltre, non sono riusciti a fornire incentivi per dare priorità alla spesa pubblica chiave per il futuro e per la nostra sovranità, compresi gli investimenti pubblici.”
Come cambiare, quindi, il Patto di Stabilità? La ricetta francese e italiana offre questi ingredienti:
“Non c’è dubbio che dobbiamo abbassare i nostri livelli di indebitamento. Ma non possiamo aspettarci di farlo attraverso tasse più alte o tagli insostenibili alla spesa sociale, né possiamo soffocare la crescita attraverso aggiustamenti fiscali non praticabili. Al contrario, la nostra strategia consiste nel contenere la spesa pubblica ricorrente attraverso riforme strutturali sensate.”
Trovare un equilibrio tra i Paesi con maggiore debito, tra i quali c’è ancora l’Italia, e i rigoristi - la nuova Germania post-Merkel come si schiererà? - sarà la prima sfida UE del prossimo anno.
L’UE all’esame del nuovo Patto d Stabilità
L’intervento franco-italiano arriva mentre la Commissione Europea si sta impegnando in una consultazione pubblica su come potrebbe essere riformato il Patto di stabilità e Crescita, quando le regole verranno reintrodotte a seguito di una sospensione temporanea forzata dalla pandemia.
Gli economisti e alcuni politici sostengono che il quadro esistente non è adatto ai pesanti oneri del debito e alle massicce esigenze di spesa pubblica che l’Europa dovrà affrontare nei prossimi anni e decenni.
C’è, per esempio, l’ipotesi dell’introduzione di una regola d’oro che consenta di eliminare dal deficit o dal debito determinati investimenti, come i progetti verdi.
Lo scetticismo dei Paesi frugali e il pressing sulla necessità di evitare una crescita incontrollata del debito esercitato da alcuni esponenti europei renderanno la soluzione finale di non facile raggiungimento.
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