L’assegno ordinario di invalidità è equiparabile ad una pensione vera e propria, ma è reversibile ad eventuali familiari superstiti?
L’assegno ordinario di invalidità viene riconosciuto ai lavoratori che hanno una riduzione della capacità lavorativa superiore a due terzi e che possono vantare almeno 5 anni di contribuzione versata di cui almeno 3 anni nel quinquennio che precede la presentazione della domanda.
Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:
“Buongiorno,
ho 51 anni, sono lavoratore dipendente e percepisco anche l’assegno ordinario di invalidità, infatti ho mensilmente una decurtazione dallo stipendio.
So che in futuro l’assegno ordinario di invalidità si trasformerà in pensione di vecchiaia, ma mi domandavo, se prima di andare in pensione dovesse accadermi qualcosa, ovvero mentre sono ancora lavoratore dipendente e contemporaneamente percepisco l’assegno ordinario di invalidità, in questo caso mia moglie riceverebbe una pensione di reversibilità? (Sono lavoratore dipendente da circa 33 anni e oltre allo stipendio percepisco l’assegno ordinario di invalidità da due anni). Grazie.”
Assegno ordinario e reversibilità
Al compimento dei 67 anni l’assegno ordinario di invalidità si trasforma in pensione di vecchiaia (a patto di aver raggiunto i 20 anni di contributi minimi necessari per l’accesso).
Prima della trasformazione in pensione, però, l’assegno ordinario di invalidità non è reversibile ai superstiti in caso di decesso del beneficiario. Ma questo non significa che l’eventuale coniuge e familiari superstiti non abbiano diritto a nulla.
Ovviamente, non essendo il deceduto pensionato, non spetta la pensione di reversibilità ma può essere presentata domanda di pensione indiretta, ovvero la pensione ai superstiti che spetta in caso di lavoratore non ancora in pensione.
La pensione indiretta viene riconosciuta ai familiari superstiti del lavoratore che viene a mancare prima del pensionamento. La pensione indiretta spetta quando il lavoratore ha versato almeno 20 anni di contributi (ma non è ancora in pensione poiché non ha compiuto i 67 anni).
La pensione indiretta viene riconosciuta anche ai familiari del lavoratore che ha maturato almeno 5 anni di contribuzione versata di cui almeno 3 anni nei 5 anni che precedono il decesso (quindi i requisiti contributivi necessari a vedersi riconoscere l’assegno ordinario di invalidità).
Come la pensione di reversibilità, anche la pensione indiretta spetta in base a percentuali ben definite e per il coniuge la quota spettante è sempre del 60% della pensione che il deceduto avrebbe teoricamente maturato (in base ai contributi versati) al momento del decesso.
In caso di un suo decesso prematuro e prima dell’accesso alla pensione di vecchiaia, quindi, a sua moglie non spetterebbe la pensione di reversibilità dell’assegno ordinario ma la pensione indiretta calcolata sulla pensione da lei teoricamente maturata al momento del decesso.
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