Con il governo che prepara la revoca delle concessioni ad Aspi, Atlantia sceglie una guida forte per dare battaglia
Atlantia è sul punto di annunciare il nuovo CEO della società. Dalle dimissioni di Giovanni Castellucci in seguito al crollo del ponte Morandi, la società non aveva ancora nominato un successore. Come già anticipato da indiscrezioni di stampa, Atlantia ha scelto di conferire l’incarico a Carlo Bertazzo. Quest’ultimo è già general manager di Edizione, la holding della famiglia Benetton.
Chi sarà il nuovo CEO di Atlantia
Atlantia si prepara al colpo. Non è ancora certo che l’esecutivo giallorosso revocherà le concessioni autostradali ad Aspi, principale asset della società. Ma questa è la via più probabile. Di ciò è convinta Moody’s, che oggi ha ulteriormente tagliato il rating della società.
Nel momento più difficile di Atlantia, i Benetton cercano dunque una guida forte. Questa è stata individuata in Carlo Bertazzo. Il manager siede già nei consigli d’amministrazione di Cellnex e Abertis, e lavora per Edizione dal 1994. La holding dei Benetton controlla Atlantia con una quota del 30%.
Giovanni Castellucci ha presentato le sue dimissioni dopo essere stato inserito dalla Procura nel registro degli indagati. Secondo le fonti di Reuters, Atlantia dovrebbe nominare due persone al vertice: Bertazzo diventa quindi il CEO delle operazioni italiane della società, un’altra persona sarebbe a capo degli asset nel resto del mondo.
Atlantia, investitori scrivono una lettera di protesta all’Ue
Intanto, un gruppo di investitori internazionali di Atlantia ha scritto all’Unione Europea una lettera di protesta contro la norma del decreto milleproroghe che prepara il campo alla revoca.
Così si legge nella lettera: “Questa misura è ragione di seria preoccupazione per noi e per l’intera comunità degli investitori in quanto compromette del tutto la prevedibilità normativa, scoraggiando gli investimenti e restringendo senza giustificazione la libera circolazione dei capitali”.
Governo verso la revoca delle concessioni
Una giustificazione, secondo l’esecutivo giallorosso, però ci sarebbe eccome: la (presunta) mancata manutenzione delle infrastrutture che hanno portato al crollo del viadotto Polcevera di Genova, nel quale hanno perso la vita 43 persone nell’agosto del 2018.
Il Partito Democratico non è contrario e il M5S ne parla da più di un anno. Il maggiore ostacolo di Giuseppe Conte è Italia Viva, che continua a manifestare la propria opposizione a una revoca tout court.
Tuttavia non è da escludere che i due azionisti di maggioranza del governo non trovino sostegno altrove per togliere ad Autostrade per l’Italia la gestione degli oltre 3.000 chilometri di autostrade sparse per la penisola.
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