Il tanto deprecato bonus 80 euro introdotto da Renzi è ormai fondamentale per la sussistenza delle fasce più basse della popolazione. Ci si chiede se con il nuovo governo tale misura sia a rischio, ma per il momento non sembrerebbe così.
Con l’arrivo del governo del cambiamento 5 stelle-Lega molti si chiedono se il tanto discusso bonus 80 euro, introdotto da Renzi nel 2014, rimarrà in piedi o correrà invece il rischio di essere cancellato a favore di altre misure previste dal nuovo contratto di Governo e oggetto di campagna elettorale.
Il tanto deprecato bonus infatti è ormai vitale, soprattutto per chi percepisce redditi molto bassi, ed eliminarlo andrebbe a colpire ancora una volta le fasce più deboli della popolazione.
Il nuovo governo dovrà procedere però a numerosi tagli per recuperare almeno 15 miliardi che sarebbero sufficienti a finanziare un primo modulo della flat tax o l’avvio del cosiddetto reddito di cittadinanza. Ma il rischio di abolizione degli 80 euro non è tanto probabile come, a prima vista, potrebbe apparire; almeno per il momento.
Il pericolo abolizione
Bisogna considerare che, per reperire coperture ampie e necessarie a varare riforme in netta discontinuità con l’ultima legislatura, il nuovo governo dovrà in qualche modo recuperare risorse.
Moltissimi osservatori sottolineano che misure come il reddito di cittadinanza sono state determinanti per l’affermazione dei 5 stelle, specialmente al Sud, e a tal proposito il giornalista Marco Travaglio ha suggerito di concentrarsi su “10 cose semplici ma praticabili”.
Travaglio chiede la sostituzione graduale degli 80 euro con il reddito di cittadinanza. C’è chi però, al contempo, fa notare che un simile taglio andrebbe ad incidere comunque sulle fasce di reddito più basse, in particolare su chi riceve una retribuzione sotto la soglia dei 24.600 euro o stipendi compresi tra 24.600 e 26.600 euro.
Sarebbero quindi moltissimi i lavoratori coinvolti. Per il momento comunque il rischio non sembra reale: vediamo perché.
Aumento stipendi statali: rischio scampato
Al contrario di quanto sembra, le ultime novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2018 fanno ben sperare. A seguito dello sblocco dei contratti degli statali, infatti, avvenuto dopo ben 7 anni, il rischio che molte categorie di lavoratori perdessero il privilegio del bonus sembrava essere molto alto.
Così, il governo Gentiloni ha provveduto tempestivamente a procedere all’aumento della soglia di reddito per evitare l’inefficacia del bonus 80 euro e la sua conseguente restituzione.
Con l’aumento delle soglie di reddito, deciso con il rinnovo dei contratti, gli statali avrebbero percepito un reddito leggermente più alto del previsto e non sarebbero più rientrati nei requisiti necessari a usufruire del bonus.
Proprio per questo, secondo quanto previsto dalla legge di Bilancio, si avrà una modifica dei requisiti bonus 80 euro per i dipendenti pubblici e privati e i nuovi limiti saranno i seguenti:
- aumento a 24.600 della soglia di redditi da 8.174 a 24.000 euro;
- aumento a 26.600 della soglia dei redditi da 24.001 a 26.000.
In questo modo gli 80 euro sarebbero salvi, almeno per il momento, per i dipendenti pubblici che con il rinnovo del contratto supererebbero la soglia ad oggi vigente per ricevere il bonus.
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