Anche a piedi gli spostamenti devono essere giustificati mediante modulo di autodichiarazione ministeriale. Nella Fase 2 non cambiano le regole.
Ci vorrà ancora del tempo prima di dire addio definitivamente al modulo di autocertificazione per gli spostamenti. Il suo utilizzo si estende alla Fase 2, anche per gli spostamenti a piedi.
Quindi chi si muove a piedi verso il lavoro, a fare la spesa o per qualunque altra commissione, deve giustificare e motivare lo spostamento in caso di controllo da parte delle Forze dell’ordine, esattamente come succedeva durante la Fase 1.
A cambiare sono i motivi per uscire, più numerosi rispetto alle scorse settimane: ora si può andare a trovare a casa congiunti e affetti stabili (i fidanzati non conviventi), fare la spesa in un Comune diverso e attività motoria e sportiva anche lontano dal proprio quartiere (ma senza uscire dai confini regionali).
Quindi, diversamente da come molte persone ancora pensano, l’autodichiarazione del Ministero dell’Interno serve anche per uscire a piedi o in bici, allo stesso modo che per gli spostamenti in macchina.
Autocertificazione per uscire a piedi: obbligo anche nella Fase 2
Qualcuno pensava che la Fase 2 avrebbe segnato la fine dei moduli ministeriali, e invece no. Chi viene fermato da Polizia o Carabinieri è tenuto a giustificare e motivare le ragioni dello spostamento, anche se è a piedi. Lo aveva precisato il capo della Protezione civile Borrelli, e, fino a nuovo ordine, tale regola resta in vigore.
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Aumentano però le libertà. Dal 4 maggio 2020 i cittadini possono muoversi all’interno del territorio della regione per i motivi seguenti:
- comprovate esigenze di lavoro;
- motivi di salute;
- necessità (come fare la spesa, attività motoria e andare a trovare i congiunti);
- assoluta urgenza.
Ad oggi, precisano le fonti governative, l’unico modo per provare le ragioni dello spostamento - indipendentemente dal mezzo utilizzato - resta l’autocertificazione con data e firma del dichiarante. Unica eccezione per chi va al lavoro munito di tesserino di riconoscimento o di altro documento fornito dall’azienda datrice.
Chi non avesse a disposizione la stampante a casa per scaricare il modulo ministeriale può provvedere in altri modi. Qualche suggerimento nel nostro articolo dedicato:
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