Avigan, era tutta una bufala (ma il farmaco potrebbe comunque funzionare): Cris Ares, il ragazzo autore dei video Facebook diventati virali, ha inventato tutto.
L’Avigan è un farmaco che può far guarire dal Coronavirus? Una domanda che in molti ci siamo fatti in questi giorni, ma a cui solo gli esperti che ne stanno testando l’efficacia sapranno dare una risposta.
Ma una cosa è certa: quanto diffuso nei video Facebook pubblicati dal presunto farmacista Cris Ares non è altro che una bufala, l’ennesima circolata sui social network in questi giorni. Una bufala a cui hanno “abboccato” personaggi illustri, come ad esempio il Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, il quale ha presentato specifica richiesta all’AIFA (Associazione Italiana del Farmaco) riguardo alla possibilità di sperimentare l’Avigan anche in Italia.
Andiamo con ordine: circa una settimana fa sono diventati virali i video di un certo Cris Ares, nei quali si vedeva la popolazione giapponese che - nonostante la diffusione del Coronavirus nella maggior parte dei Paesi del mondo - viveva una vita tranquilla senza troppe restrizioni e facendo poca attenzione a mantenere le distanze di sicurezza.
Secondo Ares (il cui nome si è scoperto essere Cristiano Aresu) il merito di questa tranquillità è da attribuire ad un farmaco anti-influenzale - l’Avigan - che negli ospedali giapponesi sarebbe stato somministrato ad un gruppo di pazienti contagiati da Coronavirus comportando la loro guarigione nel giro di pochi giorni.
Ma d’altronde chi non ha visto i video in questione, dove venivano spiegati gli effetti “miracolosi” dell’Avigan incitando l’Italia a seguire l’esempio del Giappone così da tornare al più presto alla normalità? Video che hanno dato speranza a molti italiani, e che in pochi minuti ha reso il volto di Cris Ares molto celebre.
Giornali e televisioni hanno affrontato l’argomento, tant’è che viste le numerose pressioni ricevute anche l’AIFA ha ceduto e ha aperto un protocollo per verificare l’efficacia dell’Avigan sui pazienti affetti da Covid-19.
Attenzione, quanto vi spiegheremo di seguito non sta a significare che l’Avigan non potrebbe funzionare, ma semplicemente che ad oggi non esistono prove attendibili a riguardo visto che buona parte di quanto spiegato nei video diventati virali su Facebook è falso. Una bufala costruita ad arte da Cris Ares e che va assolutamente smentita per non generare ancora più confusione rispetto a quanta già non ce ne sia.
Avigan, il farmaco miracoloso contro il Coronavirus: perché è una bufala
Come prima cosa concentriamoci sull’autore del video: Cris Ares su Facebook, Cristiano Aresu, romano, 41 anni, nella vita reale.
Questo in una delle prime interviste rilasciate, si è presentato come “farmacista in Giappone per lavoro”. Ebbene, sembra che non sia così: come mostrato da un video presente su Daily Motion, Cristiano Aresu dovrebbe essere - come ammesso da lui stesso - un dottore ortopedico.
Non sappiamo altro, se non che in passato dovrebbe avere effettivamente lavorato nella vendita di farmaci e che attualmente è anche a capo di un’associazione culturale, la Tomo Shop che “si impegna a promuovere la cultura nerd, e la vendita di usato tra privati a prezzi bassissimi per permettere a tutti di giocare”. È inoltre admin di un gruppo Facebook soprannominato “Mafia Nerd”, dove la “bestemmia è ammessa e concessa, senza però esagerare”.
Niente che da solo ci fa pensare alla bufala, ma semplicemente ci dimostra che Cristiano Aresu non ha il titolo per dire se effettivamente l’Avigan sia un farmaco efficiente nella cura da Coronavirus.
Il problema semmai è quanto da lui dichiarato nel video, ovvero che in Giappone il panico da Coronavirus è svanito dopo che negli ospedali è stato somministrato l’Avigan ai pazienti appena contagiati, con percentuali di guarigione vicine al 90%.
Questa è una bufala, come dimostrano alcune dichiarazioni - ufficiali - successive alla diffusione dei video su Facebook. Ad esempio, Mario Lavizzari, Corporate senior director di Fujifilm (azienda produttrice dell’Avigan) per l’Italia, ha spiegato che “l’azienda non è in grado di divulgare alcun piano per l’uso del farmaco in altri Paesi”.
Ancor più importante, in quanto smentisce quanto sostenuto da Aresu nei suoi video, la nota pubblicata dalla Fujifilm Toyama Chemical, società che ha sviluppato il farmaco, nella quale si legge che “attualmente il farmaco viene somministrato ai pazienti di Covid-19 in Giappone per uno studio osservazionale condotto dalle istituzioni mediche”. Insomma, nessuna somministrazione di massa come invece si evince dal video, anche perché al momento “non esistono prove scientifiche cliniche pubbliche che dimostrino l’efficacia e la sicurezza di Avigan contro Covid-19 nei pazienti”.
Semmai c’è una prova scientifica delle controindicazioni di questo farmaco: diversi studi, infatti, hanno mostrarono potenziali effetti teratogeni sui feti, nonché forti stati depressivi con tendenze al suicidio; motivo per cui dopo essere stato messo in commercio in Giappone nel 2012 come farmaco anti-influenzale è stato tolto dalla vendita.
Non è vero, quindi, che in Giappone la situazione sia tornata alla normalità grazie all’Avigan, né tantomeno che al telegiornale abbiano parlato di una somministrazione di massa del farmaco anti-influenzale.
Come già più volte ribadito, il motivo di tanta tranquillità dipende dal fatto che in Giappone il Coronavirus - per cause non ancora chiare - non si è diffuso come in altri Paesi. È il numero dei contagi (che supera appena le 1.000 unità) ad aver portato il primo ministro Shinzō Abe a non dichiarare lo Stato di emergenza in Giappone e non la presenza di una “cura miracolosa”.
Ma nell’incertezza (e nella tragedia) c’è comunque chi festeggia: analizzando i listini di borsa, infatti, le azioni della Fujifilm Holdings Corp non sono state negoziate a causa di un eccesso di ordini di acquisto.
L’Avigan potrebbe funzionare, ma non ci sono certezze
Riguardo all’Avigan gli esperti stanno ancora valutando l’efficacia del farmaco sui pazienti da Coronavirus. D’altronde i primi studi effettuati in Cina hanno dato dei risultati incoraggianti: se somministrato ai pazienti appena contagiati, infatti, permette di guarire nel 90% dei casi nel giro di pochi giorni. Risulta essere poco efficace, invece, quando il Covid-19 risulta essere in stato avanzato.
Ma si tratta di uno studio che ha interessato poche centinaia di pazienti e per questo non esiste la dimostrazione scientifica riguardo al fatto che l’Avigan possa essere la miglior cura contro il Coronavirus.
L’AIFA - che ha ceduto alle pressioni di questi giorni autorizzando la sperimentazione del farmaco anche in Italia - proverà a fare chiarezza in merito, investendo però milioni di euro per farlo.
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