Abbiamo altri 10 anni di mercato rialzista all’orizzonte secondo Davide Bulgarelli, esperto di analisi quantitativa e presidente SIAT.
Il mercato toro è ben lontano dalla sua conclusione.
Abbiamo davanti altri 10 anni di andamento rialzista secondo Davide Bulgarelli, presidente della Società Italiana di Analisi Tecnica (SIAT), specializzato in analisi tecnica già a fine degli anni ‘80.
Il modello è simile alla fase di mercato inaugurata nel 1982 e conclusasi nel 2000, con lo scoppio della bolla delle dot com.
Ripercorriamo motivi e prospettive analizzati da Bulgarelli in un’intervista esclusiva a Money.it, in occasione dell’evento annuale organizzato da ETF Securities “The Intelligent Alternative Conference”.
Quali prospettive per i mercati nel 2018?
Nel corso del 2018 c’è molta più opportunità in America e nei paesi emergenti che in Europa. Utilizzo sempre degli strumenti di forza relativa, cioè faccio confronti tra i mercati. Non mi basta dire che il Ftse Mib sia rialzista, ma vado a verificare se il Mib è al rialzo e se è un rialzo più significativo rispetto ad altre alternative di investimento che ho, e se devo fare una classifica vedo così ci sono altre opportunità da valutare. Come nel settore delle commodities, dove vedo più spazio per le commodities industriali rispetto ai metalli preziosi. L’oro dovrebbe aver fatto il grosso del movimento. Se andiamo a vedere quali sono stati gli outlook usciti dalle maggiori case di investimento, in teoria anche sullo S&P saremmo quasi sull’obiettivo a target per il 2018 per quello che avevano dato come target medio gli ottimisti, mentre i mercati nascono sempre per stupire in un senso o nell’altro.
E quali opportunità?
Quel che farei è prendere atto che le borse sono tutte in atteggiamento rialzista. Nel 2017 tutti i paesi - per lo meno quelli più avanzati - hanno avuto un PIL in crescita, un dato piuttosto anomalo per i ricorsi storici.
Ho una mia view di lungo termine ed è che stiamo in parte replicando quanto successo tra gli anni ‘80 e ‘90.
Alcuni si ricorderanno della crisi petrolifera degli anni ‘70 che ha portato ad una stasi di borsa per una decina d’anni, aprendo poi una fase di grandissimo rialzo e a lungo termine suddivisa in due fasi. Una prima fase, dei primi anni novanta, ha portato poi alla bolla sul mercato giapponese quando il Nikkei è arrivato a quota 40.000 (livello mai più toccato nella sua storia), dovuto in gran parte anche alla capacità concorrenziale dell’industria giapponese. Il just in time aveva portato un rivedere tutti i meccanismi di produzione, un efficientamento e una concorrenzialità maggiore rispetto agli altri paesi, tant’è che erano i giapponesi che andavano a comprare negli Stati Uniti aziende, quadri, ecc.
In Italia abbiamo visto nascere il fenomeno delle “griffes” del Made in Italy: Armani, Versace. Erano anni effervescenti.
La seconda fase è quella che ha avuto la fortuna di incontrare Bill Clinton nel suo secondo mandato di presidenza, e noi siamo un po’ in quella situazione là. Stiamo ricalcando la stessa storia: dal 2008 siamo in una fase di recupero, e sembra che ad oggi abbiamo fatto chissà quanta strada e che il mercato americano sia arrivato a delle sopravvalutazioni pazzesche.
Invece io dico che c’è ancora spazio per fare altri 10 anni così, proprio come è successo tra il 1982-83 fino al duemila, quando è scoppiata la bolla internet dopo la quale ci siamo portati dietro 10 anni di appiattimento e metabolizzazione del forte rialzo di borsa.
Perché l’azionario ha ancora spazio per salire?
Perché dovremmo andare avanti? Un’idea affascinante che mi porto dietro già da un po’ di tempo è che noi, come allora - quando internet ci ha cambiato la vita - oggi siamo alla vigilia di grossi cambiamenti dovuti alla nuova tecnologia (blockchain, intelligenza artificiale, robotica) declinata non solo in campo industriale nell’Industria 4.0, ma anche nel commercio internazionale. Recentemente abbiamo visto le ultime mosse di Trump, gli ultimi ruggiti di un sistema capitalistico che, negli anni, potrà essere bypassato dal fatto che le banche centrali potrebbero non avere più il ruolo che hanno attualmente grazie alla presa sempre più forte di criptovalute, blockchain ecc...E questo potrebbe portare da un cambiamento nello scenario del commercio, anche se non necessariamente idilliaco: è un big game changer.
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