BPER su Carige? Possibile, ma a una condizione

C. G.

05/06/2019

BPER Banca sul salvataggio di Carige? Possibile, ma soltanto a una condizione

BPER su Carige? Possibile, ma a una condizione

BPER Banca potrebbe intervenire sul salvataggio di Carige, ma soltanto a una condizione.

Nella giornata di ieri alcune indiscrezioni di stampa nostrana hanno rispolverato l’ipotesi di avvicinamento dell’emiliana che negli ultimi mesi ha adottato un profilo piuttosto basso.

Ove le voci fossero confermate BPER sarebbe a tutti gli effetti l’unica banca interessata al salvataggio di Carige. Attorno all’istituto ligure infatti si sono riuniti diversi fondi esteri (Blackstone, Varde, Apollo, Warburg e ora anche Helmann & Friedman) ma per il momento soltanto l’emiliana ha chiesto garanzie propedeutiche all’intervento.

Salvataggio Carige: la condizione di BPER

Dopo un esame preliminare, ha riportato Milano Finanza, l’istituto guidato da Vandelli ha deciso di prendere tempo. Dopotutto, l’intervento di BPER sul salvataggio di Carige non sarebbe un’operazione priva di rischi considerato sia lo stato di salute della ligure, sia le criticità di un’operazione del genere.

La domanda è sempre la stessa: perché gli americani di BlackRock si sono ritirati sul filo di lana? Cosa hanno scoperto di così importante da compiere questa brusca inversione di marcia?

L’addio del fondo USA ha spaventato il mercato ed ha inizialmente allontanato l’ipotesi di salvataggio privato di Carige. Oggi però l’avvicinamento di BPER (e quello di altri fondi esteri) ha dato più vigore all’ipotesi.

Certo è che, ha continuato il quotidiano economico, l’emiliana potrebbe scegliere di intervenire soltanto a una condizione: l’acquisizione dell’istituto commissariato dalla BCE dovrà risultare in linea con il piano industriale di BPER e con le previsioni di crescita e sviluppo in esso contenute.

Come rendere Carige più appetibile?

Ancora secondo indiscrezioni, un ruolo fondamentale nella partita potrebbe giocarlo l’ultimo emendamento pensato dalla Lega e relativo alla trasformazione delle DTA (imposte differite attive) in crediti d’imposta a fronte di aggregazioni e fusioni bancarie.

L’operazione libererebbe circa 700 milioni di euro che, confluendo nelle casse della ligure, rafforzerebbero il suo patrimonio rendendo più appetibile l’intervento di BPER (o dei fondi esteri) sul salvataggio di Banca Carige.

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