Il Cda dell’istituto ligure approva il piano di conservazione di capitale attraverso emissione di bond fino a 400 milioni
Seduta fiume per il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige che nella giornata di ieri, giovedì 29 novembre, ha dato il via libera al capital conservation plan e definito termini e condizioni del prestito subordinato fino a 400 milioni di euro.
Nel corso della riunione, come riferisce un comunicato diffuso nella tarda serata, sono state tracciate anche le linee guida per l’elaborazione del piano industriale ed è stata autorizzata la cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza per un valore lordo pari a circa 0,9 miliardi di euro mediante cartolarizzazione assistita da GACS.
Il Cda ha anche nominato Chief Risk Officer Roberto Torresetti, in virtù della sua “approfondita esperienza in Carige ed in altre realtà sia italiane che internazionali”.
Le linee guida del piano industriale
Il Cda di Banca Carige ha recepito le indicazione della Banca Centrale Europea che proprio lo scorso 14 settembre, chiedendo la rimodulazione del piano di conservazione del capitale, era tornata a chiedere di valutare l’ipotesi di aggregazione.
L’elaborazione del nuovo piano industriale, di cui ieri sono state approvate le linee guida, verrà elaborato tenendo conto di questa opzione e degli effetti che tale operazione potrebbe comportare.
Nella nota diffusa ieri dal board dell’istituto, vengono indicati come rilevanti “la liberazione di capitale derivante dall’adozione di un modello interno per il calcolo dei Risk Weighted Assets, la possibile liberazione delle attività fiscali di cui il nuovo soggetto risultante dall’aggregazione potrebbe beneficiare, le principali sinergie industriali e la riduzione del costo della raccolta”.
Tra gli obiettivi principali su cui si fonderà il nuovo piano, che dovrebbe essere approvato nel primo trimestre 2019, la trasformazione della banca in ottica “lean”, il recupero di quota di mercato nei segmenti core, la riduzione dei Non Performing Loans, l’utilizzo più efficiente del capitale e l’ottimizzazione della struttura di funding.
Il piano di conservazione del capitale
Nell’ottica di rispondere positivamente ai rilievi mossi dalla Bce, il Cda ha provveduto a dare immediata esecuzione al piano di conservazione del capitale, aggiornato come richiesto da Francoforte nei termini previsti.
Questo avverrà tramite determinazione delle condizioni e dei termini di emissione del prestito subordinato T2 per un importo compreso tra 320 milioni ed 400 milioni, in collocamento a partire da oggi.
Il Cda ha poi autorizzato la cessione del portafoglio crediti Unlikely to Pay di valore lordo pari a 366 milioni di euro alla data di cut-off, il cui closing è avvenuto in data 9 novembre 2018 e quella di un pacchetto di sofferenze per un valore lordo di circa 900 milioni di Gross Book Value mediante cartolarizzazione assistita da GACS.
Le condizioni del prestito T2
In particolare, il prestito subordinato T2, viene spiegato dall’istituto ligure, farà da ‘ponte’ all’aumento di capitale fino a 400 milioni la cui realizzazione è prevista entro il mese di aprile 2019.
Il collocamento avverrà “tramite private placement rivolto allo Schema Volontario di Intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, ad azionisti rilevanti della Banca ed altri investitori professionali. La sottoscrizione del prestito subordinato Tier2 da parte dello SVI fino a €320 milioni è soggetta all’approvazione dell’Assemblea dello SVI” in programma oggi.
Infine, i dettagli: il prezzo di emissione è previsto alla pari, quindi al 100% del valore nominale, la cedola delle obbligazioni avranno un tasso fisso al 13%, la durata prevista è in 10 anni.
A tal proposito, viene specificato che
“le obbligazioni includono anche la previsione - la cui efficacia è subordinata all’approvazione della delega per l’aumento di capitale da parte dell’Assemblea straordinaria della Banca convocata il 22 dicembre, nonché all’autorizzazione delle Autorità di Vigilanza richieste dalla normativa applicabile - che il soddisfacimento abbia luogo mediante compensazione (euro per euro) del credito da rimborso delle Obbligazioni con il debito da sottoscrizione delle azioni (e quindi con l’effetto del ricevimento da parte degli obbligazionisti di azioni o denaro)”.
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