Da giugno in poi, quando le operazioni TLTRO II avranno scadenza residua inferiore ai 12 mesi, si potrebbero ravvisare tensioni sulle metriche di liquidità strutturale delle banche italiane. Bertotti, capo della segreteria generale di Assiom Forex, evidenzia le sfide che attendono il settore
In questi giorni il mercato obbligazionario italiano fatica a trovare stabilità. Lo spread fra BTP e Bund tedeschi a dieci anni ha trovato un nuovo baricentro attorno ai 300 punti base, soglia dalla quale fatica ad affrancarsi. Nel frattempo continuano gli attriti politici fra Italia ed Unione Europea a proposito della manovra proposta dal Governo Conte. Questo insieme di tensioni ha alterato la term structure del debito italiano, che comincia ad accusare le pressioni mostrando una leggera inversione su scadenze inferiori ai dieci anni, ma non ha ancora avuto effetti collaterali sul mercato monetario e interbancario, sia italiano che europeo.
La situazione del comparto monetario continua ad esser caratterizzata da un eccesso di liquidità che da questa estate può essere quantificato a livello aggregato di Eurozona intorno ai 1.900 miliardi di euro, come confermato a Money.it da Marco Bertotti, Segretario generale di Assiom Forex. “È innegabile che il costo di raccolta della liquidità su scadenze lunghe sia aumentato a partire dallo scorso maggio, però è anche vero che i tassi a brevissimo restano schiacciati sul riferimento di -0,40% della Banca centrale europea sui depositi overnight”, ha commentato l’esperto.
Nella pratica non sembrano esserci situazioni di stress; questa settimana l’operazione di rifinanziamento settimanale presso la Banca centrale europeo ha visto sostanziale conferma dell’importo, così come la scorsa ottava. Nel finanziamento principale di ieri la Bce ha assegnato fondi per 8,007 miliardi da 7,683 miliardi in scadenza, mentre la scorsa settimana i fondi assegnati alle banche dell’Eurozona erano stati 7,68 miliardi a fronte di scadenze per 7,86 miliardi.
Per il segretario dell’associazione che riunisce i più importanti operatori italiani, però, il mercato potrebbe essere più prudente nei prossimi mesi. “Ci sono alcune scadenze di debito wholesale importanti che le banche nostrane si troveranno a fronteggiare – argomenta Bertotti -. Al di là delle questioni macroeconomiche e politiche che sicuramente avranno il loro ruolo, vi sono alcune prove d’esame importantissime che attendono le banche italiane, prima fra tutte la scadenza delle operazioni TLTRO II che inizieranno ad avere un impatto sulle metriche di liquidità strutturale (NSFR) da giugno in poi, allorchè avranno scadenza residua inferiore al 12 mesi”.
Tra giugno 2020 e marzo 2021 le banche italiane dovranno ripagare 250 miliardi di euro di prestiti a basso costo ottenuti dal programma Target Long Term Refinancing Operation (TLTRO), lanciato per la prima volta nel settembre del 2014 e reiterato nel marzo del 2016 dalla Banca centrale europea.
Da sole le banche italiane hanno coperto circa un terzo delle operazioni varate dalla Bce in favore degli istituti di credito dell’Eurozona con il vincolo di reimpiegare le risorse raccolte a favore dell’economia reale, ossia prestiti a imprese e famiglie. Quando arriverà il momento dei rimborsi gli istituti di credito più piccoli potrebbero incontrare difficoltà nel reperire sul mercato all’ingrosso risorse adeguate a rimpiazzare i TLTRO, spingendole a contrarre i propri bilanci o ad aumentare i depositi.
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