Banche in allerta: rischio nuovi Npl con recessione in arrivo

Alessio Trappolini

11 Settembre 2019 - 15:44

Equita stima nuovi flussi di Npl di 789 milioni, rispetto agli 859 milioni di giugno e una media mensile di 2019 di 713 milioni. Il tasso di crescita dello stock è confermato al 3,5%

Banche in allerta: rischio nuovi Npl con recessione in arrivo

Non solo tassi d’interesse ai minimi storici ad insidiare la redditività delle banche europee, in particolar modo quelle italiane.

La recessione economica che aleggia sui cieli del Vecchio Continente rischia di far tornare d’attualità un problema annoso che per qualche periodo gli istituti sembravano aver accantonato: quello dei crediti deteriorati.

L’alert è lanciato oggi da Equita SIM dopo l’analisi dei dati diffusi da Banca d’Italia sull’attività degli istituti di credito a luglio: «l’accelerazione dei flussi di Npl in un contesto macro che potrebbe peggiorare rappresenta la più tangibile minaccia per il settore bancario: in base ai nostri calcoli un aumento del default rate dall’1,7% del secondo trimestre al 2,6% avrebbe un impatto negativo del 27% sugli utili 2020 delle banche».

L’analisi: attenzione alla crescita dello stock di Npl

Equita passa in rassegna tutti i dati snocciolati da Via Nazionale e quanto alla dinamica degli impieghi gli analisti spiegano: «Come prevedibile la variabile che ha inciso su questa leggera accelerazione (dei crediti in sofferenza, ndr) è la performance del segmento corporate e Pmi che è risultata piatta, da 1% del mese precedente. Si conferma invece stabile e molto resiliente la crescita degli impieghi al segmento retail, +2,5% rispetto a +2,4% di giugno».

«Stimiamo nuovi flussi di Npl di 789 milioni, rispetto agli 859 milioni di giugno e una media mensile di 2019 di 713 milioni, il tasso di crescita dello stock è confermato al 3,5%», ha scritto la società d’intermediazione milanese.

Equita, infine, conferma la sua visione «in base a cui soltanto una più tangibile accelerazione nel tasso di crescita degli impieghi può contribuire a stabilizzare il margine di interesse di settore che stimiamo per il 2019 a -3% e a +1% nel 2020 e la cui performance risentirà ancora dell’ulteriore peggioramento dell’outlook dei tassi e di dinamiche competitive ancora sfavorevoli».

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