Per la prima volta negli ultimi cinque anni cala la redditività di Bankitalia, con l’utile in contrazione di 2 miliardi di euro. Ma nella casse dello Stato arriva un maxi dividendo.
Dopo cinque anni torna a calare la redditività di Bankitalia. Ad annunciarlo, durante l’assemblea annuale dei partecipanti al capitale dell’istituto, è stato il governatore Ignazio Visco, con la contrazione dell’utile stimata in 2 miliardi di euro nel 2020.
Via Nazionale riconoscerà comunque allo Stato un maxi dividendo da 5,9 miliardi, quasi l’intero utile raggranellato dalla banca lo scorso anno, sebbene inferiore alla cedola 2020 a causa dei bassi margini generati dall’attività straordinaria di politica monetaria.
Bankitalia, cala la redditività nel 2020
Nel dettaglio, l’utile di Bankitalia si è fermato a 6,3 miliardi, in contrazione del 24% rispetto all’esercizio 2019. A pesare sul bilancio, secondo Visco, gli interventi di politica monetaria “che abbiamo adottato nell’Eurosistema per contenere gli effetti economici della pandemia”, e che hanno interrotto di fatto il filotto di crescita.
Il governatore, tuttavia, ha sottolineato come l’effetto sui ricavi dell’aumento dei volumi di bilancio sia stato compensato dai tassi di interesse ai minimi della stagione pandemica, e che la redditività, nonostante il passo indietro, rimanga ancora sensibilmente superiore agli anni precedenti.
Anche il risultato lordo prima delle imposte e dell’accantonamento al fondo rischi generali, stimato in 10,2 miliardi di euro, si attesta su quote elevate, sebbene in contrazione di 600 milioni rispetto al 2019.
Capitolo bond: nella pancia di Bankitalia crescono i titoli di Stato italiani, con una consistenza pari a 473 miliardi. In totale, il volume delle obbligazioni pubbliche nel bilancio 2020 ha raggiunto quota 539 miliardi, in rialzo del 40,3% rispetto all’anno precedente.
Per lo Stato maxi dividendo da 5,9 miliardi di euro
Nelle casse dello Stato, in conformità con la proposta di distribuzione dell’utile netto della banca presentata da Visco, entrerà ora una super-cedola da 5,9 miliardi di euro, che lieviterà con le imposte di competenza a quota 7,3 miliardi. Una cifra, questa, inferiore al dividendo del 2020, circa 7,8 miliardi con un rialzo del 32% rispetto all’anno precedente.
L’importo riconosciuto allo Stato nell’arco degli ultimi cinque anni è destinato così a salire a quota 25 miliardi di euro, imposte escluse.
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