Bitcoin al bivio: moneta del futuro o bolla speculativa?

Pierandrea Ferrari

01/03/2021

Secondo gli analisti di Citi i prossimi movimenti di mercato saranno decisivi per delineare il futuro del Bitcoin: alle porte una definitiva affermazione come mezzo di pagamento mainstream o un’altra implosione speculativa?

Bitcoin al bivio: moneta del futuro o bolla speculativa?

Il Bitcoin è di fronte a un bivio. Secondo Citi, banca statunitense, i prossimi movimenti di mercato della crypto potrebbero sancire la definitiva affermazione del BTC come mezzo di pagamento mainstream, o - al contrario – spingere l’asset verso un’altra implosione speculativa, sulla scia della bolla che fece precipitare le valute virtuali tre anni fa.

Toccato dunque “un punto di non ritorno”, secondo gli analisti, che segue due mesi ad alta volatilità dopo la corsa forsennata del 2020, con il BTC in grado di scavallare quota 1 miliardo di dollari di market cap, prima di ritracciare a quota 898 milioni.

Bitcoin, definitiva affermazione o nuova bolla?

Bitcoin, il futuro è adesso, ma i grattacapi sono quelli di sempre: da una parte una fitta pioggia di endorsement, dalle grandi banche internazionali alle corporate USA, dai colossi dei pagamenti digitali agli hedge fund, tutti – in diversa misura – sul carrozzone BTC dopo una rally da favola.

Dall’altra il rischio regolamentazioni, suggerite a più riprese dal segretario al Tesoro USA, Janet Yellen, e dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ma anche quella volatilità che potrebbe compromettere l’efficienza del BTC come mezzo di pagamento mainstream e i dubbi crescenti sulla ecosostenibilità delle attività di mining, in un mondo sempre più disciplinato dai criteri ESG.

Insomma, il BTC continua ad essere strattonato da tutte le parti, e così il futuro rimane nebuloso. Secondo Citi, il rito di passaggio che dovrebbe portare il Bitcoin nell’olimpo della grande finanza internazionale è ancora minacciato dai (tanti) fattori ribassisti che si sono accumulati sulle spalle dell’asset negli ultimi mesi, sebbene le probabilità che la crypto si imponga come «valuta preferita del commercio internazionale» rimangano elevate.

Prima o poi, però, il BTC dovrà pendere definitivamente da una parte, e l’alternativa alla consacrazione - secondo gli analisti britannici - è la definitiva implosione speculativa della crypto, uno scenario peraltro rilanciato a più riprese dagli osservatori internazionali nonostante l’irrefrenabile rally pandemico.

Bitcoin ancora sotto quota $50.000

Questa tensione, di fatto, è ben visibile nei movimenti della crypto: dopo un gennaio ad alta volatilità, il BTC era riuscito lo scorso mese a scavallare la soglia dei 50.000 dollari, spingendosi anche oltre quota 58.000 in un intraday. Poi, nonostante il soccorso di Square – gigante dei pagamenti digitali che ha investito altri 170 milioni di dollari sull’asset – la valuta non è riuscita a consolidare la sua posizione ed ha perso quota, toccando un minimo di 43.194 dollari lo scorso fine settimana.

A rincarare la dose ci ha pensato anche JP Morgan, definendo il rally del BTC un “side show” rispetto al Fintech e bocciando l’asset come rifugio per gli investitori dell’azionario USA, ma i bull della crypto hanno ancora buoni motivi per gongolare: in attesa di future evoluzioni, la quotazione attuale di 48.428 dollari certifica una variazione percentuale anno su anno del 428%, e incassi da record.

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