Secondo gli analisti gli stimoli fiscali tramutati in legge da Joe Biden finiranno per riarmare la mano degli investitori, con l’indice Nasdaq e il Bitcoin osservati speciali.
Gli stimoli fiscali di Joe Biden, circa 1.900 miliardi di dollari che si andranno a sommare alla liquidità già pompata da Washington dall’inizio della pandemia, finiranno per gonfiare ancora le quotazioni dei titoli tech sul Nasdaq e spingere il Bitcoin verso nuovi record.
A dirlo Dan Ives, direttore della società di investimenti californiana Wedbush, bull della prima ora del segmento tecnologico dell’azionario USA e delle criptovalute.
Bitcoin, nuovi record con gli stimoli di Biden?
Gli stimoli fiscali, dopo il doppio disco verde al Congresso e il sigillo presidenziale, inizieranno dunque a sgorgare nel sistema USA. È la prima manovra economica dell’amministrazione Biden, ma di fatto il quinto round di finanziamenti governativi dall’inizio della pandemia, con un volume che raggiunge ora quota 5.000 miliardi di dollari.
Per fare un raffronto, nel pieno di quella crisi finanziaria 2007-2008 innescata dal crollo dei mutui subprime statunitensi Washington arrivò a pompare nell’economia USA non più di 787 miliardi di dollari. Briciole rispetto alla potenza di fuoco sprigionata nel corso dell’ultimo anno, e che Biden ha contribuito a rafforzare con un’ultima iniezione da 1.900 miliardi.
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Un biglietto da visita che il numero uno dei Dem aveva annunciato già durante la tesissima campagna elettorale dello scorso anno e che potrebbe essere integrato da una nuova maxi-manovra da 3.000 miliardi nei prossimi mesi, con focus su investimenti infrastrutturali e transizione green. E aldilà dei diffusi timori di una prossima fiammata inflativa, fin qui controllati dai vecchi saggi della Fed, il diluvio di liquidità strappa non pochi sorrisi all’azionario USA.
Sotto la lente i pagamenti diretti da 1.400 dollari, in assegni o bonifici bancari, che secondo Deutsche Bank verranno dirottati in parte verso nuovi investimenti. Ma se a gongolare è soprattutto il Nasdaq, con i suoi titoli tech che potrebbero allungare ancora del 5-7% e spedire l’indice in area 16.000 punti, anche il Bitcoin è destinato a prendersi la sua fetta.
Il fattore stimoli si andrà peraltro a sommare agli endorsement che ancora piovono dalle grandi corporate USA, dalle banche internazionali e dai moloch dei pagamenti digitali, senza contare l’impatto dei tagli dell’halving, ovvero le sforbiciate alle ricompense dei minatori che frenano la produzione e innescano le bull run del BTC.
Bitcoin ancora sotto quota $60.000
Intanto, il Bitcoin continua a riprendere fiato dopo il breakout oltre quota 61.000 dollari del 12 marzo, e neanche l’ultima apertura di Morgan Stanley ha sbloccato la corsa della crypto. Tuttavia, il passo dell’ultimo anno del BTC è ancora da record, con la quotazione odierna di 55.245 dollari (aggiornata al 23/3/2021 ore 16.40) che certifica un rialzo anno su anno del 750%.
Quotazione Bitcoin dal 23/3/2020 al 23/3/2021
Secondo gli analisti, inoltre, l’attuale pausa di consolidamento potrebbe essere seguita da una nuova fiammata del BTC con vista su target teorici tra i 64.500 e i 67.000 dollari.
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