“Affidare a un operatore privato speculativo, BlackRock, un compito di vigilanza appare atto di palese conflitto di interessi”. Questa è l’accusa di Valerio Malvezzi alla BCE contenuta in una lettera aperta.
L’accusa è semplice e diretta, come da prassi quando si parla di Valerio Malvezzi il docente universitario tra i massimi esperti in Italia in materia di sicurezza bancaria, è lui il fondatore del portale Win the Bank, di recente ospite della nostra trasmissione Testa o Croce.
Questa volta nel mirino di Malvezzi c’è la Banca Centrale Europea, rea di aver affidato dal 2014 la realizzazione dei vari stress test a un operatore privato speculativo, BlackRock, palesando quindi un lampante conflitto d’interessi.
Un grido d’allarme questo di Valerio Malvezzi, che sarà uno dei relatori del convegno “Spread, banche e sicurezza nazionale nel contesto europeo“ che si terrà mercoledì 29 al Senato, affidato a una lettera aperta che riportiamo in maniera integrale qui di seguito.
Lettera aperta sul libero pensiero
Spero che esista al mondo una autorità inquirente, un magistrato che abbia titolo, ma prima ancora il coraggio di verificare ciò che sto per dire. Se cioè corrisponda a verità ciò che ho letto su organi di stampa, in articoli presto derubricati a notizie di secondo piano per addetti ai lavori, perché saremmo di fronte al più grande inganno finanziario della seconda decade del ventunesimo secolo.
La Banca Centrale Europea, il massimo organo di regolazione e di credibilità del sistema monetario e la sua vigilanza, che avrebbe il compito di vigilare sulla stabilità del sistema bancario, da anni sta guidando, con norme e regolamenti, le aggregazioni a fusioni bancarie, mediante stress test, volti a decidere chi debba essere fuso e sparire dal mercato. Se fosse vero che, dal 2014, tali analisi non siano state mai fatte dalla Banca Centrale o suoi uffici, ma appaltate, con modalità peraltro non trasparenti, a soggetti privati, investitori esteri, sarebbe un fatto di gravità inaudita e senza precedenti. Affidare a un operatore privato speculativo, BlackRock, un compito di vigilanza appare atto di palese conflitto di interessi.
Fuori dai tecnicismi giuridici, questo significa che tutto quanto avvenuto in questi anni nel mio Paese, l’Italia, in ordine ai riassetti proprietari del sistema bancario, si baserebbe su atti dettati da ragioni di necessità e urgenza basati su fondamenti tecnici non solo inesistenti, ma potenzialmente distorsivi del mercato. Milioni di risparmiatori e imprese hanno versato lacrime e sangue, letteralmente, per le conseguenze sia delle restrizioni del credito, sia per la distruzione del risparmio garantito dalla Costituzione Italiana.
Signori ignoti che da Paesi lontani movimentate la finanza mondiale, voi fate scrivere di agire per la stabilità del sistema bancario ma, nei fatti, voi rubate la vita e il futuro della povera gente, costringendo le imprese a chiudere, imprenditori a impiccarsi e darsi fuoco, anziani a vedere bruciare i risparmi di tutta una vita, fregati da tecnicismi giuridici incomprensibili, giovani ad emigrare perché avete gettato la liquidità sui tavoli delle borse, nei derivati e nei fondi speculativi, togliendola a chi sostiene i posti di lavoro. Voi fate sproloquiare astutamente di andare avanti, di riforme, di progresso, e fate raccontare che questo sarebbe l’Unione Bancaria Europea. In realtà non fate sapere al popolo le cose come stanno, e cioè che l’unico modo di procedere sarebbe quello di fermare tutto, fermare l’ingiustizia e tornare a un mondo giusto, ad una economia umanistica, nella quale sia l’uomo, e non il mercato, il cuore del nostro agire. Questa sarebbe la cosa giusta da fare, perché ciò che voi chiamate libero mercato altro non è che un sistema prevaricatorio di pochi che, mediante informazioni assunte in un sistema di relazioni sleali, si arricchiscono a dismisura ai danni di molti: i poveri, i semplici, le persone comuni, gli ultimi.
Signori politici, infine, sembra che vi stiate occupando di questioni tecniche, tralasciando l’attacco al tema strategico. Scopo di una Banca Centrale è creare e gestire i soldi di un popolo. Per questo, la Banca Centrale deve essere detenuta dal popolo. Se invece, come accade ora, lo Stato, che quel popolo rappresenta, prende a prestito il denaro da un sistema di banche private, che a loro volta lo moltiplicano come i pani e i pesci, allora il governo sarà costretto a vessare il popolo di tasse e balzelli per ripagare il profitto indebito privato. Il cuore del problema politico è che non siamo più in una economia a regia pubblica, ma privata. Così stando le cose, siamo in una democrazia apparente, ma non di fatto, al punto che diventa perfettamente inutile e financo illusorio il diritto e l’esercizio del voto, poiché nessun governo, servo del sistema bancario privato, sarò mai in grado di esercitare il mandato del popolo sovrano. Signori politici, se noi non decidiamo di fare, finalmente, ciò che è giusto, costi quel che costi, invece di ciò che è ragionevole politicamente, allora non ci sarà mai speranza per la povera gente. Dobbiamo concentrarci sulle soluzioni alle ingiustizie e se il nostro sistema regolatorio non consente di trovare una soluzione, allora, ebbene, se ne deve convenire che si debba radere a zero questo sistema di regole ingiuste e crearne altre più eque. Lo dobbiamo fare perché non è più tollerabile, sull’altare della presunta efficienze, il sacrificio di tanti per il privilegio ingiusto di pochi.
So bene a quali rischi mi stia esponendo, anche per la credibilità correlata alla mia professione, nella quale quasi tutti recitano una diversa litania, per convenienza o interesse. Non mi interessa essere deriso; mi interessa essere vero, Ed è vero che, se la sofferenza di tanti è tollerata per il privilegio di pochi, allora questo sistema economico è, semplicemente, sbagliato.
Signori privati, voi oscuri demiurghi di sventura, voi dioscuri della povertà, voi saccenti profeti di tristezza, voi avete ignorato per vostro tornaconto il pianto di un popolo per anni, e lo ignorerete ancora, ma io sono qui a dirvi, ad annunciarvi, come ultimo dei cittadini, che il popolo sta cominciando a capire e che, quando il popolo si muove, le cose cambiano; e per questo semplice fatto cambieranno, che a voi piaccia, oppure no.
Alessandria, 25 gennaio 2019
Valerio Malvezzi
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