Ancora polemica sulle affermazioni del Ministro Bonafede, secondo il quale chi è innocente non corre alcun rischio di finire in carcere. Ma non è proprio così, i numeri lo smentiscono e non solo.
Ogni volta che il Ministro della Giustizia è ospite in qualche programma televisivo offre nuovi spunti di polemica. Dopo la clamorosa gaffe a Porta a Porta sui reati dolosi e colposi, stavolta Bonafede ha affermato che “gli innocenti non finiscono in carcere”, dunque chi è innocente non ha nulla da temere dalla riforma della prescrizione, che invece continua a dividere la maggioranza.
Sarebbe molto bello se gli innocenti non corressero mai il pericolo di una ingiusta detenzione, eppure non è così e i numeri lo dimostrano. Stavolta l’affermazione del Ministro è stata pronunciata in occasione di una intervista nella trasmissione televisiva Otto e mezzo condotta da Lilli Gruber. Subito però il Ministro è stato smentito dalla parole di Annalisa Cuzzocrea, giornalista di Repubblica che, numeri alla mano, ha dimostrato che sono ancora tanti - troppi - gli innocenti che subiscono ingiustamente misure detentive e cautelari.
Bonafede da parte sua ha chiarito sul suo profilo Facebook che si è trattato di un equivoco e che la sua affermazione è stata ingiustamente fraintesa.
“Gli innocenti non finiscono in carcere”: l’ultima di Bonafede
Il Ministro della Giustizia Bonafede e la giornalista Annalisa Cuzzocrea sono stati protagonisti di un acceso dibattito su La7, ospiti nella trasmissione Otto e mezzo, sul controverso argomento della riforma della prescrizione, sulla quale la maggioranza fa ancora fatica a trovare una soluzione di compromesso.
A riguardo la Cuzzocrea ha chiesto al Ministro se “ogni tanto pensa agli innocenti che finiscono in carcere? Perché sono tantissimi”; a questa domanda però Bonafede ha ribattuto affermando che “gli innocenti non finiscono in carcere”, quindi non ci sarebbe nulla da temere.
Non è così purtroppo, e i numero lo dimostrano. Basti pensare che dal 1992 al 2018 lo Stato ha dovuto risarcire ben 27.000 innocenti che hanno subito misure restrittive della libertà senza essere colpevoli. Una grande falla della Giustizia italiana che il Ministro dovrebbe conoscere e non rinnegare.
Bonafede ci ha tenuto a precisare sui social che si è trattato di un fraintendimento e che la sua affermazione non voleva in alcun modo negare che molti innocenti sono vittime dell’inefficienza della Giustizia.
Restano ancora sul tavolo le dimissioni chieste da moltissimi avvocati italiani dopo il gravissimo errore commesso a Porta a Porta, quando il Ministro della Giustizia ha affermati che “Quando non si riesce a dimostrare il dolo e il reato diventa colposo e ha termini di prescrizione molto più bassi”.
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