Un bonus baby sitter per le donne madri lavoratrici, anche autonome e professioniste, è stato istituito dalle Regione Lazio nell’ambito della Legge per la parità retributiva approvata. Vediamo cosa prevede.
Bonus baby sitter per lavoratrici autonome e professioniste: lo prevede una Regione in Italia.
Si tratta della Regione Lazio che ha inserito il bonus baby sitter per lavoratrici autonome nella Legge per la parità retributiva tra i sessi.
Il Consiglio regionale infatti ha approvato la proposta di legge contro il gender pay gap e per il sostegno all’occupazione e all’imprenditoria femminile.
Tra queste misure, proprio per sostenere l’attività delle donne madri lavoratrici, la Regione Lazio ha pensato anche a un bonus baby sitter fino a 11 mesi. Si tratta di una misura che tuttavia prevede dei requisiti specifici.
Il bonus baby sitter non è solo per autonome e professioniste, ma per tutte le madri lavoratrici della Regione Lazio.
Bonus baby sitter per lavoratrici autonome Regione Lazio: requisiti
Per ottenere il bonus baby sitter per lavoratrici autonome, professioniste, ma anche dipendenti della Regione Lazio occorre avere determinati requisiti.
In particolare la Regione prevede un bonus baby sitter per le madri lavoratrici, anche autonome o imprenditrici, che viene erogato per gli 11 mesi successivi al periodo di congedo di maternità obbligatorio o di congedo parentale a patto che il nucleo familiare non abbia un ISEE superiore a 20mila euro.
La novità del bonus baby sitter della Regione Lazio non sta nel solo fatto che sia diretto alle madri lavoratrici autonome o professioniste; lo stesso infatti può essere concesso anche ai padri che usufruiscono del congedo parentale in alternativa alla madre.
Un passo avanti importante quello della Regione per sul bonus baby sitter e in generale con la legge sulla parità retributiva.
“Il Lazio è la prima Regione a legiferare sul tema della parità retributiva.”
Ha commentato Eleonora Mattia, Presidente della IX Commissione lavoro e pari opportunità del Consiglio regionale e prima firmataria della proposta di legge.
“Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto: da oggi nel Lazio c’è una legge che sostiene la parità di salario tra uomini e donne, con risorse concrete. Un’altra buona pratica di una Regione che cambia.”
Queste invece le parole del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che aveva commentato lo scorso 19 maggio l’approvazione in Consiglio regionale della Proposta di legge n.182 “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile di qualità nonché per la valorizzazione delle competenze per le donne.”
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Non solo bonus baby sitter: le altre misure
Non solo il bonus baby sitter dalla Regione Lazio perché la Legge sulla parità retributiva prevede anche altre misure in sostegno alle donne. Nel dettaglio, come si legge nel comunicato stampa della Regione, la legge prevede:
- sostegni per il reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza o con disabilità;
- l’istituzione di un “Registro regionale delle imprese virtuose in materia di parità retributiva”, alle quali saranno attribuiti benefici economici e premi. Saranno aziende che si sono distinte per aver messo in campo strumenti per la parità e che abbiano ridotto il divario salariale tra uomini e donne;
- fondo regionale per le vittime di violenza e uno sportello donna nei centri per l’impiego;
- l’istituzione di una “Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro”, da celebrarsi ogni anno il 7 giugno.
A introdurre alcune misure della legge sulla parità retributiva, nella quale troviamo anche il bonus baby sitter della Regione Lazio, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start-Up e Innovazione, Paolo Orneli:
“Sono particolarmente soddisfatto poi di due disposizioni che ci hanno visto coinvolti direttamente come Assessorato e che sono a mio avviso molto importanti: anzitutto la previsione di riservare una quota del fondo per il microcredito alle donne in situazioni di disagio sociale, con lo stanziamento di 600.000 euro nel triennio 2021-2023, e poi quella che sostiene, nell’ambito del Fondo nazionale di garanzia per le Pmi, l’accesso al credito delle piccole e medie imprese del territorio regionale a prevalente partecipazione femminile e delle lavoratrici autonome; una misura, quest’ultima, che prevede una dotazione di 2,5 milioni di euro per il triennio 2021-2023.”
E ha concluso:
“Il nostro lavoro per far sì che questa Regione sia davvero la casa di tutte e di tutti continua”.
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