Borsa Italiana: le vendite allo scoperto sono state vietate per 3 mesi. Dettagli e novità
Le vendite allo scoperto su Borsa Italiana sono state nuovamente sospese, ma questa volta il provvedimento adottato dalla Consob è risultato decisamente più imponente.
La prima delibera in tal senso è arrivata venerdì scorso e ha riguardato 87 quotate di Piazza Affari. Poi all’inizio della nuova settimana è stato reso noto il secondo comunicato, nel quale sono stati indicati soltanto 20 titoli.
Infine, nella serata di martedì 17 è arrivata la terza comunicazione con la quale Consob ha disposto il divieto di vendite allo scoperto su Borsa Italiana per ben tre mesi.
Le decisioni hanno trovato ragion d’essere nella drammatica situazione vissuta di recente dall’azionario, una situazione che ha imposto alla Commissione di intervenire sospendendo lo short selling per evitare speculazioni sui titoli di Piazza Affari, già travolti dal coronavirus.
Borsa Italiana, stop vendite allo scoperto: sommario
Borsa Italiana: vendite allo scoperto vietate per 3 mesi
Dopo i primi due divieti, risultati entrambi temporanei e della durata massima di un giorno, Consob è nuovamente intervenuta sulla questione e, con l’obiettivo di evitare malsane speculazioni, ha deciso di bloccare per tre mesi interi le vendite allo scoperto su Borsa Italiana. Questo, si noti, non soltanto su alcuni titoli specifici, ma su tutte le quotate di Piazza Affari.
La Commissione, inoltre, ha scelto inoltre di rafforzare la trasparenza delle partecipazioni nelle aziende quotate con capitalizzazione superiore a 500 milioni e ad azionariato diffuso (48 in tutto) fissando una soglia dell’1% per le non PMI e del 3% per le PMI.
Secondo stop su vendite allo scoperto. I dettagli
Nella giornata di martedì 17, con l’obiettivo di far fronte ai clamorosi crolli sperimentati da Piazza Affari (ma più in generale dal resto del mondo) Consob ha vietato per la seconda volta le vendite allo scoperto su Borsa Italiana introducendo però delle novità rispetto alla delibera di venerdì 13.
In questo caso, lo stop allo short selling ha riguardato soltanto 20 titoli (al contrario degli 85 interessati dal primo divieto).
Short selling: i titoli interessati dal 2° stop
La possibilità in capo alla Consob di adottare misure temporanee e restrittive in materia di vendite allo scoperto ha trovato ragion d’essere nel Regolamento UE n. 236/2012.
Viste le diminuzioni di prezzo superiori alle soglie previste dall’art.23, martedì 17 la Commissione ha deciso di intervenire limitando lo short selling sui seguenti titoli:
Primo stop su vendite allo scoperto. I dettagli
Quella appena citata, però, non è stata l’unica decisione presa dalla Consob nelle ultime settimane. La prima delibera (la numero 21301) è arrivata nella serata di giovedì 12 marzo, a conclusione di una terribile seduta per Piazza Affari. In quell’occasione, le perdite già registrate in avvio sono state esacerbate dalle dichiarazioni di Christine Lagarde in sede di riunione BCE.
Come anticipato, Milano ha archiviato la sessione con una perdita di oltre 16 punti percentuali sofferta in particolar modo da alcune quotate specifiche. Da qui la decisione Consob di vietare le vendite allo scoperto su Borsa Italiana ma con delle precisazioni.
Lo stop allo short selling è risultato temporaneo e ha riguardato 85 titoli. Esso è entrato in vigore nella giornata di venerdì 13 marzo ed è durato per l’intera seduta. Una mossa, questa, con la quale è stata:
“estesa e rafforzata la portata del divieto di vendite allo scoperto nude, già in vigore per tutti i titoli azionari dal primo novembre 2012 in virtù del regolamento (UE) n. 236/2012”.
Short selling: i titoli interessati dal 1° stop
Di seguito la lista dei titoli di Borsa Italiana interessati dalla sospensione delle vendite allo scoperto nella giornata di venerdì 13 (Fonte: Consob).
Il pressing degli ultimi giorni
L’ipotesi di sospendere lo short selling era iniziata a circolare già nelle ultime settimane, durante le quali la debolezza dell’azionario tricolore (determinata dall’emergenza coronavirus) era emersa in tutta chiarezza.
Il 9 marzo scorso, in quello che è già stato ribattezzato come il nuovo lunedì nero dei mercati, la piazza milanese è crollata di oltre il 10% e le sospensioni si sono avvicendate. Queste, hanno iniziato a pensare molti, sarebbero potute essere evitate qualora si fosse deciso di non aprire la Borsa Italiana o, in alternativa, di vietare le vendite allo scoperto.
Matteo Salvini contro lo short selling
Dopo il crollo del lunedì nero, anche il leader della Lega si è scagliato contro lo short selling esprimendo il proprio disappunto tramite alcuni post su Twitter:
“In vista della riapertura domani dei mercati finanziari chiedo siano vietate le operazioni di vendita «allo scoperto» anche con l’uso di strumenti derivati. In situazioni come queste a volte in pochissimi guadagnano cifre enormi a danno di tutti.
Ci ricordiamo ad esempio il caso di Soros nel 1992 che costruì la sua fortuna con una speculazione al ribasso contro l’Italia. Non è tollerabile che qualcuno approfitti di un’emergenza nazionale speculando a danno dei risparmi degli Italiani.
Confido che la Consob reprima ogni tipo di abuso con la massima severità”.
Fonte: Twitter
Dopo il tracollo delle ultime sedute, l’intervento della Consob sullo short selling è apparso quasi scontato. Da oggi e per tre mesi interi, le vendite allo scoperto su Borsa Italiana saranno interamente sospese.
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