Borse: discesa del 5-10% in arrivo. 7 motivi che spiegano il perché

Flavia Provenzani

31/08/2016

Ecco perché le borse potrebbero crollare del 5-10% e in che modo prepararsi alla discesa.

Borse: discesa del 5-10% in arrivo. 7 motivi che spiegano il perché

È tempo di vendere. Il motivo? Starebbe arrivando una discesa importante sui mercati nei prossimi due mesi. È questo l’avvertimento lanciato da Bruce Bittles, economista statunitense.
Mantenendo la calma, analizziamo i 7 motivi per cui l’analista, e non solo, anticipa l’arrivo di un crollo dei mercati nei mesi di settembre e ottobre.

Certamente, fare delle previsioni a breve termine sui mercati non è cosa facile. Tuttavia, esistono momenti in cui i segnali si allineano e anticipano dei movimenti straordinari del mercato, ed è esattamente dove ci troviamo ora.

Non stiamo parlando dell’inizio di ciò che in gergo internazionale viene chiamato “mercato orso”: Wall Street e le borse mondiali potrebbero ancora resistere. L’analista non consiglia di vedere sui posizionamenti a medio termine, quegli investimenti che avete intenzione di mantenere per anni. Tuttavia, nel medio termine si preannuncia l’arrivo di qualche difficoltà per gli investitori. Ma di che tipo?

«Credo che una correzione del 5% o del 10% sia probabile»,

ha dichiarato Bruce Bittles, strategist presso la Robert W. Baird, che ha iniziato ad essere molto cauto sui mercati nelle ultime settimane.

Borse: crollo del 5-10% in arrivo: 7 motivi che spiegano il perché

Di seguito elenchiamo i 7 motivi per cui i mercati, ad oggi, sembrano deboli, volnerabili, e in che modo proteggersi dal crollo in arrivo.

1. Gli investitori sono troppo rialzisti
Molto spesso la folla sbaglia all’interno dei mercati. E in questo momento, la maggioranza è troppo “rialzista”.

«Parte del problema è l’ottimismo arrivato sul mercato nelle ultime tre settimane ed ora lo consideriamo troppo estremo»,

dice Bittles.

Esistono varie strade per misurare il sentiment degli investitori. Ecco qualche dato che dimostra che ad oggi gli investitori sono fin troppo ottimisti:

  • Investors Intelligence mostra il posizionamento rialzista a Wall Street in aumento al 57%, i massimi di maggio 2015. Solitamente un rialzo sopra il 55% suggerisce l’arrivo del raggiungimento dei massimi di mercato. Gli orsi sono appena il 20%. Lo spread tra le posizioni rialziste e quelle ribassiste è ai massimi di febbraio 2015.
  • Le rilevazioni da parte della National Association of Active Investment Managers individua l’esposizione all’azionario al 98%-99%. Nessun gestore ha riportato una posizione netta short sulle azioni.
  • L’indice di volatilità (VIX), il cosiddetto «indice della paura», si è mantenuto nel range tra 11 e 13 per la maggior parte di agosto, segnalando una certa compiacenza degli investitori. In generale, un valore inferiore a 14 non è considerato un segnale ribassista per l’azionario.

La domanda di opzioni put (scommessa ribassista) è in calo rispetto alla domanda per le call ( scommessa rialzista).

2. Anche i media sono rialzisti
Proprio come gli investitori, spesso quando gli organi di stampa e le maggiori testate economico-finanziarie mondiali acquistano più fiducia sui mercati, arriva la discesa.
Così preoccupa un po’ leggere un recente articolo sul New York Times che anticipa un rialzo del mercato azionario perché il presidente della Fed Janet Yellen potrebbe rimandare il rialzo dei tassi e gli utili delle società sono in aumento.

Potrebbero anche aver ragione. Ma dove sono tutti quelli presi dal manico (a torto) a seguito del referendum Brexit solo qualche settimana fa? Per non parlare delle view catastrofiche di gennaio e febbraio.
Il fatto è uno: i cauti e i dubbiosi sono molto pochi in questo momento.

3. La stagionalità ci prepara ad un periodo debole per le borse
Storicamente, settembre ed ottobre sono dei mesi portatori di guai per il mercato azionario. Settembre è il mese più debole e intorno alla metà di ottobre spesso si sono registrati i minimi annuali. Per farla breve, è in arrivo un periodo di difficoltà per gli investitori.

4. Le elezioni presidenziali peseranno sulle azioni
Il periodo di settembre-ottobre potrebbe essere particolarmente complicato per gli sugli investitori man mano che si avvicina il giorno delle elezioni presidenziali, sottolinea Bittles.
Dopo la pubblicazione dei risultati i mercati solitamente sono molto vulnerabili. Come sempre i mercati preferiscono lo status quo.

5. Gli insider sono fin troppo cauti
Il rapporto vendita/acquisto tra gli insider di mercato è aumentato a livelli allarmanti. L’indice si è mantenuto attorno quota 4 nelle ultime settimane, e generalmente un valore sopra 2.5 è considerato un segnale di allarme per i mercati.

6. Momentum debole, le azioni sono in ipercomprato

L’analisi tecnica è più un’arte che una scienza e può non essere infallibile, ma spesso funziona. In questo momento molti indicatori tecnici suggeriscono che il mercato azionario è a corto di forza.

Lo S&P 500 è rimasto bloccato nel suo trading range per circa un mese. Durante lo stesso periodo di tempo, l’elenco dei titoli che hanno raggiunto nuovi livelli record si è ridotto. Questo suggerisce una perdita di momentum, spiega William Delwiche, un altro investment strategist presso la Robert W. Baird. I massimi di mercato recenti «non sono state confermati da un miglioramento del momentum», ha aggiunto.
Questo ci dice il recente rally manca di un sostegno importante.

7. La paura per i tassi di interesse USA potrebbe tornare
Nel suo discorso a Jackson Hole nella scorsa settimana, la Yellen ha confermato la possibilità di un rialzo dei tassi entro la fine dell’anno.

«Infatti, alla luce della solida performance continuativa del mercato del lavoro e delle nostre prospettive per l’attività economica e l’inflazione, credo che la possibilità di un aumento del tasso sui fondi federali si sia rafforzata negli ultimi mesi»,

ha dichiarato il presidente della Federal Reserve.

È difficile pensare che la Fed voglia rischiare di scuotere i mercati poco prima delle elezioni presidenziali USA aumentando i tassi ai settembre o novembre, ma tutto è possibile.

Anche senza un rialzo dei tassi durante queste riunioni, gli investitori potrebbero spaventarsi tanto da causare danni al mercato. La Yellen, per esempio, ha chiarito nel suo discorso che la Fed continua ad essere «dati-dipendente».

Così un ottimo risultato oltre le attese del mercato del lavoro e dell’inflazione potrebbe gettare gli investitori in preda al panico per un rialzo dei tassi anche prima delle elezioni.

La buona notizia è che la dimensione del mercato rimane positiva e suggerisce che la discesa sarà contenuta.

L’economia degli Stati Uniti e le altre a livello internazionale non sembrano in procinto di entrare in recessione nel breve termine, quindi la vendita di azioni a medio termine sembra essere ingiustificata. Sarebbe più sicuro abbandonare i posizionamenti più rischiosi e cercare rendimento altrove.

Fonte: MarketWatch

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