A 23 anni dalla strage di via D’Amelio continuano le commemorazioni per il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, vittime della mafia. Mattarella presiede alla giornata del ricordo a Palermo.
Sono trascorsi 23 anni dal 19 luglio 1992, giorno in cui Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta perdono la vita in via D’Amelio. Ad oggi si ricordano ancora gli sforzi e i sacrifici del magistrato che ha posto la sua vita per la lotta contro il cancro letale che affligge l’Italia: la mafia.
Ieri:
Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato con sua moglie Agnese e i figli Lucia e Manfredi, in Villagrazia di Carinci, Paolo Borsellino si reca a trovare sua madre, in via D’Amelio con gli agenti della sua scorta. Non appena giungono nel luogo designato, esplode una fiat 126, carica di tritolo. In un attimo perdono la vita il magistrato Paolo Borsellino e Emanuela Loi, Claudio Traina, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina e Vincenzo Li Muli. Unico agente della scorta superstite resta Salvo Antonio, salvato perché occupato a parcheggiare l’auto della scorta.
Il 24 luglio si celebrano i funerali del magistrato più giovane d’Italia, implicato nella lotta contro la mafia. La cerimonia è privata e sotto consenso della moglie Agnese, senza entità politiche. L’ultimo saluto a Borsellino si svolge presso la chiesa di Santa Maria Luisa di Marillac, luogo dove il giudice era solito seguire la messa nelle occasioni di feste religiose.
Oggi:
Il Capo dello Stato, Sergio Matterella, si è recato a Palermo per presiedere alla giornata commemorativa della strage di via D’Amelio. La giornata è stata organizzata dall’Anm e si svolgerà presso il Palazzo di giustizia a Palermo.
Dalle ore 15, nell’aula magna della Corte d’Appello di Palermo, Mattarella, Angelino Alfano e Andrea Orlando, sono stati presenti per presiedere la giornata di ricordo per la lotta contro la mafia.
La commemorazione è divisa in due sessioni:
- Nel ricordo di Paolo Borsellino;
- L’eredità di Paolo Borsellino per i giovani magistrati, a cui seguirà una tavola rotonda.
La sessione è iniziata con la proiezione di un video sulla strage di via D’Amelio, segue il saluto ai partecipanti all’evento di Gioacchino Natoli, presidente della Corte d’Appello di Palermo e di Matteo Frasca, presidente dell’Anm del capoluogo.
E’ intervenuto, poi, Sergio Mattarella e i ministri, per ricordare di quanto sia importante continuare il lavoro svolto da Paolo Borsellino, come quello di Falcone, e di non vanificare il loro sacrificio, che gli è costato la vita. Successivamente, Sergio Mattarella si è recato nel luogo in cui è accaduta la strage.
In tutta Palermo sono stati organizzati eventi culturali, partite a calcetto, iniziative per i bambini e rappresentazioni teatrali, sull’ombra de «I cento passi», per sensibilizzare, anche i più giovani, sul tema della lotta contro la mafia che, tutt’ora, in Italia è vigente. Inoltre, avranno la parola i familiari delle vittime che racconteranno la propria testimonianza dell’accaduto.
Alle ore 16.58, orario dell’esplosione, verrà eseguito un minuto di silenzio, a seguire, Marilena Monti leggerà la poesia «Giudice Paolo».
Non parteciperà alla giornata del ricordo Crocetta, a causa dello scandalo in cui si presume sia implicato; la stessa sorella di Borsellino, Rita, lo ha intimato con un sms dal desistere di partecipare alla commemorazione: «Non venire in via D’Amelio, sei sgradito».
L’importanza della commemorazione per la lotta contro la mafia per Rosi Bindi
Il Presidente della commissione Antimafia, Rosi Bindi sottolinea l’importanza di una giornata commemorativa, come quella di oggi:
«La strage di Via D’Amelio ha segnato un punto di svolta irreversibile nella coscienza nazionale e l’avvio di una straordinaria stagione di impegno civile e culturale. Ma questo anniversario impone un riflessione seria e onesta sulla credibilitàe la determinazione della nostra lotta alle mafie in tutte le loro manifestazioni».
Inoltre, ricorda che
"Nel nome e nel ricordo di Falcone e Borsellino sono nati associazioni e movimenti che combattono il pizzo e il racket, sostengono le vittime delle violenze, danno vita a cooperative sociali, coinvolgono migliaia di giovani, in tutta Italia, in progetti di formazione e cultura della legalità.
Ma l’autorevolezza di questo grande movimento, rischia di essere compromessa dall’uso cinico e strumentale delle bandiere dell’antimafia. Alle famiglie degli eroi di Via d’Amelio dobbiamo assicurare la nostra volontà di fare verità e giustizia su quella strage ma anche il nostro impegno a tutelare le buone ragioni e la buona fede di chi si batte, con passione e gratuita’ contro il malaffare, la corruzione e l’illegalità".
Dietro l’illegalità e la prepotenza ci sono delle storie da raccontare su cui costruire un futuro migliore, l’Italia sogna un Paese libero dalla mafia e da gruppi di lotta organizzata come camorra e ’ndrangheta.
Sono le parole di Antonio Caponetto a concludere l’importanza di una giornata commemorativa come quella di oggi:
«Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto dovrà diventare e diventerà la lotta di ciascuno di noi».
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