Cosa sta succedendo in casa Brexit? A Londra è caos, Johnson con le spalle al muro. Le ultime notizie in arrivo dalla capitale britannica
Cosa sta succedendo in casa Brexit?
A Londra, dove il braccio di ferro tra Boris Johnson, il Parlamento britannico e l’Unione europea sta continuando senza sosta, si è verificato l’ennesimo cambio di rotta.
Poco prima di chiudere i battenti, Westminster ha inflitto una dura sconfitta al Primo ministro: la sua richiesta di procedere a elezioni anticipate è passata ma non ha ricevuto la maggioranza necessaria (2/3) per poter procedere all’attuazione visto che le opposizioni hanno deciso di dar vita a un’astensione di massa.
Tutto ciò ha imposto al Regno Unito e all’intera Unione europea di chiedersi che cosa accadrà adesso e in che modo si concluderà una Brexit sempre più complessa.
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Caos Brexit: cosa accadrà adesso?
Nella tarda serata di ieri, lunedì 9 settembre, il Primo ministro britannico ha dovuto fronteggiare una sonora sconfitta, la sesta consecutiva.
Dopo che il Parlamento ha bloccato la sua strategia sulla Brexit e si è rifiutato di concedergli le elezioni tanto desiderate, Boris Johnson si è detto pronto a lavorare con l’UE per il raggiungimento di un nuovo accordo di divorzio.
“Questo Governo spingerà per negoziare un’intesa mentre si preparerà a lasciare l’Unione europea senza di essa,”
ha tuonato il successore di Theresa May dopo il voto del Parlamento.
Quest’ultimo, tra le altre cose, è anche riuscito a far approvare la legge per rinviare la Brexit con l’obiettivo di scongiurare il tanto temuto no-deal. Il documento ha ottenuto il via libera della Regina nella giornata di ieri e pertanto è entrato ufficialmente in vigore.
Johnson ha ribadito che si recherà a Bruxelles il prossimo 17 ottobre, e lì cercherà di trovare un compromesso con il blocco a prescindere da cosa deciderà Westmister - che intanto oggi ha iniziato ufficialmente il periodo di chiusura imposto dal Governo.
Cosa aspettarsi da Johnson a Bruxelles
Ovviamente uno degli argomenti di discussione più infuocati sarà quello del backstop irlandese, lo stesso che ha a lungo impedito a Theresa May di trovare un accordo con Bruxelles e con i membri del suo stesso partito.
All’UE Johnson non chiederà alcun rinvio della Brexit: ciò significherà disobbedire alla legge ieri entrata in vigore (sul rinvio, appunto) e renderà il nuovo Primo ministro passibile di arresto per vilipendio.
A più di tre anni dallo storico referendum che ha sancito la vittoria del Leave, il destino del Regno Unito e della Brexit appare ancora incerto.
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