Londra rischia di perdere il suo ruolo di capitale finanziaria dell’Europa a causa della Brexit. Cosa sta succedendo - e quale scenario - per la città?
Brexit: l’impatto del divorzio dall’UE si abbatte sul business di Londra.
Le regole sul settore bancario che hanno reso Londra capitale finanziaria d’Europa sono piombate nell’incertezza dal 31 dicembre, con un solo risultato già chiaro: un flusso di dealmakers attraverso la Manica.
Se, infatti, l’accordo commerciale Regno Unito-UE siglato alla fine di dicembre è stato una svolta, i colloqui sui servizi finanziari sono solo all’inizio, senza alcuna scadenza per il completamento.
I funzionari dell’UE devono stabilire se i regolamenti finanziari britannici e la supervisione sono abbastanza forti da creare condizioni di parità. Migliaia di posti di lavoro e oltre 1.000 miliardi di dollari di asset si stanno già trasferendo in Europa.
E Londra, in questo quadro post-Brexit, sta perdendo per sempre il suo ruolo di città finanziaria nel continente. Cosa accadrà nella capitale del Regno Unito?
La Brexit sta colpendo Londra: i motivi
Sono già migliaia i professionisti del trading e della finanza bancaria che hanno lasciato Londra, mentre è probabile che la prossima ondata di partenze includa gli esperti in strategia, fusioni e raccolta di capitali stando a quanto riportato da Bloomberg.
Goldman Sachs, per esempio, sta trasferendo i banchieri di investimento senior da Londra verso il continente.
Andreas Halin, fondatore di Global Mind Executive Search Consultants GmbH, ha osato una previsione al riguardo:
“Mi aspetto che da 3.000 a 4.000 banchieri di investimento, in particolare specialisti del settore e consulenti in materia di obbligazioni e assicurazioni azionarie, debbano lasciare Londra e tornare in Europa”
Perché questa diaspora, che intacca direttamente l’appeal di capitale finanziaria che finora ha avuto Londra? Il motivo principale risiede nella confusione che si è creata nel post-Brexit.
L’accordo siglati in extremis a fine anno ha lasciato scoperto il settore cruciale per la città: quello delle operazioni e dei servizi finanziari. Sul tema i negoziati devono riprendere.
La prospettiva di perdere un quadro di contribuenti altamente retribuito è una notizia particolarmente negativa per il Regno Unito, dal momento che fa molto affidamento sui servizi finanziari per le entrate. L’industria impiega più di un milione di persone, rappresenta circa il 7% dell’economia e rappresenta oltre un decimo di tutte le entrate fiscali.
Londra non più capitale della finanza: che succede?
Allo stato attuale, in attesa di un accordo dettagliato sul settore, i banchieri di Londra non possono più proporre direttamente transazioni o operazioni di raccolta di capitali a clienti aziendali nel continente.
Essi sono obbligati a richiedere il coinvolgimento di un cosiddetto chaperone, un funzionario all’interno dell’UE, per fare la prima mossa e contattare il cliente con un’idea imprenditoriale.
Alla luce di queste novità, per esempio, Goldman Sachs sta espandendo la sua presenza nell’investment banking in Europa, spostando i suoi uomini d’affari da Londra ad avamposti come Francoforte e Madrid.
Al Credit Suisse Group AG, tutti i banchieri di investimento della capitale devono ora rivolgersi a intermediari con sede nell’UE quando propongono affari a un cliente. Ciò è valido anche per i banchieri che forniscono consulenza su fusioni e acquisizioni, sebbene i funzionari di altri istituti di credito abbiano affermato di non applicare questo sistema.
Meno di due settimane dopo l’inizio della Brexit, i regolatori europei hanno sollevato un allarme su questo tema. I finanzieri del Regno Unito stanno ricorrendo a pratiche discutibili per preservare impropriamente lo status quo, secondo una dichiarazione dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati con sede a Parigi.
Londra, quindi, sta cercando di sopravvivere al dopo Brexit, ma è evidente che sta perdendo il prestigioso titolo di capitale finanziaria europea.
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