Caos Ucraina: Borsa russa e rublo precipitano

Violetta Silvestri

22/02/2022

Gli ultimi sviluppi della tensione in Ucraina fanno sprofondare anche i mercati russi: gli indici azionari a Mosca affondano e il rublo è in caduta libera. Cosa sta succedendo e quali previsioni?

Caos Ucraina: Borsa russa e rublo precipitano

Mercati russi in pieno caos: le azioni estendono i pesanti ribassi di ieri, con gli investitori che stanno valutando il potenziale per nuove sanzioni dopo che il presidente Vladimir Putin ha riconosciuto le due repubbliche separatiste nell’Ucraina orientale e ha ordinato alle forze di stanziarsi nelle regioni separatiste come garanzia di pace.

L’indice MOEX di riferimento è sceso del 6,9% a inizio giornata, sulla scia del suo crollo più forte dall’annessione della Crimea nel marzo 2014 registrato lunedì 21 febbraio.

Il rublo rimane debole, a 80,2850 per dollaro dopo essere sceso al livello minimo da marzo 2020 il giorno precedente.

La domanda chiave per gli investitori ora è fino a che punto si spingeranno gli Stati Uniti e i loro alleati con le sanzioni in risposta alla decisione di Putin di riconoscere le regioni separatiste, mentre l’ONU parla di un rischio guerra reale.

I mercati russi, oltre a quelli globali, viaggiano nella più incerta volatilità.

Tsunami Putin sui mercati russi: cosa succede e quali previsioni?

Lunedì 21 febbraio le azioni russe e il rublo hanno registrato le peggiori performance a livello globale. Non è chiaro per ora cosa significhi la decisione di Putin per il rischio di un’invasione russa dell’Ucraina di cui Usa e Nato mettono in guardia da mesi. La Russia ha ripetutamente negato tali piani.

“L’incertezza regna ancora. Nel caso di un conflitto armato, le risorse russe si indeboliranno notevolmente più di adesso”, aveva detto Cristian Maggio, capo della strategia di portafoglio con sede a Londra presso TD Securities prima del discorso di Putin.

La turbolenza dei mercati, scatenata soprattutto dopo le nuove affermazioni del presidente russo, ha spinto il ministero delle Finanze ad annullare una vendita di obbligazioni prevista per oggi, 22 febbraio, citando “l’aumento della volatilità sui mercati finanziari” poiché i rendimenti delle banconote in rubli a 10 anni sono aumentati di quasi 80 punti base.

La valuta è debole intorno a 79 dollari dopo aver toccato 80,97, un livello visto l’ultima volta il 23 marzo 2020.

La banca centrale si è detta pronta ad adottare misure per garantire la stabilità finanziaria, senza ulteriori elaborazioni.

Nei confronti dell’euro, il rublo si è indebolito dello 0,9% a 90,96, dopo aver toccato in precedenza 91,44, il valore più basso da aprile 2021.

Sul fronte del credito, i rendimenti degli OFZ a 10 anni dello Stato si mantengono su livelli elevati, al 10,5%.

La Russia ha una delle più grandi scorte di riserve valutarie internazionali al mondo con 630 miliardi di dollari, ma anche il costo dell’assicurazione del suo debito sovrano contro il default è salito ai massimi dall’inizio del 2016.

L’indice RTS denominato in dollari è sceso del 6,4% a 1.130,3 punti, il minimo da novembre 2020. L’indice MOEX russo viaggia in forte ribasso.

Da segnalare, le azioni del produttore di alluminio con sede in Russia United Co. Rusal International PJSC sono crollate fino al 22% a Hong Kong, il calo più grande dall’aprile 2018.

“Oggi la direzione del mercato sarà dettata dalla decisione dell’Occidente sulle sanzioni e non si può escludere un secondo round di perdite”, ha affermato in una nota la Sinara Investment Bank.

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