Capodanno: gli italiani danno il benvenuto al 2019 tra buona tavola e viaggi

Elisabetta Scuncio Carnevale

30/12/2018

Sono oltre 6 milioni gli italiani in partenza per festeggiare la notte di san Silvestro lontano da casa

Capodanno: gli italiani danno il benvenuto al 2019 tra buona tavola e viaggi

Cibo e turismo sono le parole d’ordine del Capodanno 2019. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Swg per Confesercenti.

6,6 milioni di italiani -600 mila in più rispetto allo scorso anno- trascorreranno la notte di San Silvestro in una meta turistica, spendendo in media 859 euro, 100 euro in più rispetto al 2018.

Capodanno: viaggi sì, ma in Italia

Complice il lungo ponte che fa durare di più le vacanze, saranno 6,6 milioni gli italiani che si sposteranno per la notte di san Silvestro. Il 74% festeggerà il 2019 in una meta del Belpaese. In diminuzione invece i viaggiatori che opteranno per altri Paesi europei: dal 23% dello scorso anno si passerà al 20%, a spaventare è il pericolo attentati; il 6% sceglierà una meta più esotica e un volo intercontinentale.

Quello che la maggior parte dei nostri connazionali (44%) cercherà nel corso delle proprie vacanze sarà cultura e città d’arte.

Il 27% preferirà la settimana bianca in montagna. In Italia le più gettonate saranno Val d’Aosta, Piemonte, Veneto, Friuli e Trentino Alto-Adige, ma anche Toscana e Abruzzo, apprezzate dai turisti Milano e Verona.

In Europa, un cult sono le capitali: Londra, Berlino e le metropoli dell’est Europa.

Un classico resterà il cenone: gli italiani non rinunciano a sedersi a tavola. Per aspettare l’anno nuovo spenderanno 111 euro a famiglia, per un totale complessivo di circa 3 miliardi di euro. Nel Mezzogiorno si spenderà di più, con un budget previsto di 114 euro in media per famiglia. Circa sei euro in più rispetto al Nord Ovest, dove la spesa per il cibo sarà la più bassa d’Italia.

Il 71% passerà la notte di Capodanno in casa e stapperà lo spumante con amici e parenti, mentre il 9% sceglierà di recarsi in un locale o al ristorante: quasi il doppio di cinque anni fa. C’è anche chi, il 31 dicembre, sarà costretto a lavorare (1%) e il 3% della popolazione non festeggerà perché non può permetterselo.

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