Scopriamo il mondo delle caraffe filtranti per l’acqua: come funzionano e a cosa servono davvero? Tutto quello che c’è da sapere.
Oggi vi parliamo di caraffe filtranti per l’acqua: come funzionano e a cosa servono davvero? La caraffa filtrante è una brocca che permette di filtrare l’acqua del rubinetto per ridurne il grado di durezza ed eliminare alcune sostanze potenzialmente dannose.
Non può rendere l’acqua non potabile in acqua buona da bere, poiché non è pensata per agire sui microrganismi di natura batterica, tuttavia, permette di migliorare le qualità organolettiche dell’acqua corrente, oltre che assicurarsi un risparmio sull’acquisto di acque imbottigliate, con una conseguente riduzione dell’impatto ambientale della plastica.
Caraffe filtranti per l’acqua: come funzionano?
Come funzionano le caraffe filtranti? Una brocca filtrante è un modo rapido e conveniente per migliorare la qualità e il gusto dell’acqua potabile.
Le caraffe filtranti sono divise in due parti che comunicano tramite un filtro: riempiendo la parte superiore della caraffa, l’acqua scende filtrata nella parte sottostante. Alcune brocche impiegano solo circa 30 secondi per filtrare l’acqua, mentre altre hanno bisogno diversi minuti. Trascorso questo tempo, non serve trasferirla in una bottiglia, la caraffa è dotata anche di un beccuccio per versare l’acqua comodamente nel bicchiere.
Sul mercato attualmente esistono caraffe di diversa capienza, da 1 litro e mezzo fino a 5 litri. Tutte quelle sul mercato si basano su due tipi di sistemi di filtraggio.
Il primo è quello a carboni attivi, capaci di assorbire determinate sostanze inquinanti. Il secondo è il filtro con resina a scambio ionico, basato sull’uso di una particolare sostanza che appunto “scambia” le particelle nocive con agenti innocui tramite una reazione chimica. La scelta di uno o dell’altro dipende dal risultato che si vuole ottenere e dalle caratteristiche dell’acqua nel vostro comune.
Per capire meglio come funzionano basta dare un’occhiata alle specifiche sulla scatola, le aziende che producono questo tipo di filtri per legge devono indicare le sostanze sulle quali il filtro è in grado di agire. Per cui, se sulla confezione leggiamo che il prodotto riduce la presenza di calcio del 50%, allora rispetterà la promessa.
Pro e contro delle caraffe filtranti
L’acqua potabile è tra gli “alimenti” più controllati a livello sanitario in Italia. La legge impone stingenti verifiche ai gestori degli acquedotti e le ASL locali sono tenute a effettuare costantemente analisi chimiche e batteriologiche. Queste procedure, rendono sostanzialmente sicuro il consumo dell’acqua corrente, a prescindere dal filtraggio tramite caraffa.
Tuttavia, se le particelle dannose sono sotto i livelli di sicurezza, non vuol dire che non ci siano. I dati sono pubblici, quindi anche i cittadini possono richiedere l’accesso, ed esistono appositi test acquistabili online o nei negozi specializzati per testare la qualità della vostra acqua.
Una caraffa filtrante può intervenire sul piano chimico, riducendo la presenza di eventuali metalli, pesticidi o erbicidi, nitrati, cloro e sostanze che alterano il gusto.
Il motivo per acquistare una caraffa filtrante, dunque, potrebbe anche essere legato al sapore. Se a casa vostra scorre un’acqua particolarmente dura e calcarea oppure amarognola per la presenza del ferro, potete servirvi della caraffa semplicemente per conferirgli un gusto più leggero e dolce.
Tuttavia, un filtro è efficace solo per un tempo limitato, segnalato sulla confezione, che non va assolutamente sforato. La sostituzione puntuale dei filtri può essere un passaggio un po’ noioso e difficile da ricordare, anche se sulle caraffe di ultima generazione è sempre disponibile un segnale che indica lo stato del filtro, per evitare che dobbiate tenere il conto a mente.
Usare filtri esauriti si potrebbe al contrario rivelare pericoloso, perché una volta inattivi possono essere terreno fertile per una proliferazione batterica.
Amiche dell’ambiente: la vision di Brita
Con 12,5 miliardi di litri d’acqua imbottigliati in plastica ogni anno in Italia, si producono 330.000 tonnellate di PET, pari a un utilizzo di 650.000 tonnellate di petrolio e di 6 miliardi di litri d’acqua. Un impatto significativo sul nostro pianeta, che può essere evitato imparando a bere acqua in modo sostenibile.
Proprio questa è la vision di Brita, marchio leader nel settore che da oltre 50 anni lavora costantemente in questa direzione fornendo soluzioni filtranti domestiche e professionali.
Passare da un’acqua in bottiglia a una caraffa filtrante è un gesto semplice che può significare ridurre le emissioni di CO2 del 90%, la plastica del 98% (circa 600 bottiglie di plastica in meno all’anno per famiglia) e risparmiare, al litro, fino al 70%.
I prodotti di punta preferiti dai consumatori sono la caraffa filtrante Brita Marella, che ottimizza l’acqua riducendo cloro, calcare e metalli e la bottiglia filtrante fill&serve, con filtro Microdisc a carboni attivi, che permette di ottenere un’ottima acqua filtrata riducendo cloro, pesticidi, erbicidi e sostanze che alterano il gusto, ma senza rinunciare al design.
Vantaggi di usare una caraffa filtrante
L’uso delle caraffe filtranti per l’acqua assicura dunque una serie di vantaggi: un’acqua dal buon sapore libera da impurità, ottima da bere e ideale per la preparazione di bevande fredde e calde e pietanze, l’eliminazione del peso e l’ingombro delle bottiglie, la riduzione della plastica monouso nel rispetto dell’ambiente e ovviamente il risparmio economico.
Una caraffa filtrante costa in media 30 euro, mentre i filtri variano in base alla tipologia, ma il costo mensile è di circa 6/7 euro.
Adesso che sappiamo tutto sulle caraffe filtranti per l’acqua, come funzionano e a cosa servono, possiamo affermare che il loro uso è utile e sicuro, a patto che si seguano meticolosamente le istruzioni riportate dai produttori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA