Il Ministero della Salute dà il via libera all’importazione di carne di coccodrillo nel nostro Paese, vediamo di cosa si tratta.
Dopo il boom del cibo giapponese e cinese, l’interesse verso gli alimenti esotici è crescente. Le carni dei rettili come coccodrilli, alligatori, lucertole, serpenti e tartarughe - fino ad ora - è sempre stata vietata, ma sembra che la situazione stia cambiando.
In una nota del Ministero della Salute, che fa riferimento alla legislazione dell’UE, nello specifico al regolamento di esecuzione (UE) 2021/405, viene dato il via libera alla commercializzazione di alcune carni di specie rettili nel nostro Paese. Ma dove possiamo comprare la carne di coccodrillo?
Dove comprare la carne di coccodrillo
In Italia, la carne di coccodrillo non è molto diffusa nei ristoranti e nei pub, ma abbiamo trovato su TripAdvisor un locale, chiamato Tripburger che contiene nel proprio menù un hamburger di coccodrillo.
Il locale si trova a Milano in Via Emilio Cornalia 8, 20124. Nelle zone del nord, dopo la nota del Ministero della Salute e il conseguente via libera, potrà esserci una proliferazione della vendita di questo tipo di carne. La carne di coccodrillo è stata venduta anche all’Expo nel 2015, precisamente nello stand dello Zimbabwe.
Quanto costa la carne di coccodrillo
Il coccodrillo ha una carne bianca, molto pregiata, leggera e nutriente. Il costo in Italia è abbastanza alto, sia per via dei costi di trasporto (gli allevamenti sono tutti all’estero), sia per via della specie abbastanza rara, specie per noi. Il costo, quindi, si aggira intorno alle 150 euro al Kg.
Per capire che tipo di carne può essere importata nel nostro territorio, vediamo in dettaglio che cosa dice la nota del Ministero della Salute.
La nota del Ministero della Salute
La nota, firmata il 4 novembre 2021, da due direttori generali del Ministero della Salute, Pierdavide Lecchini per la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, e Massimo Casciello, per la Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione, fa riferimento alla legislazione dell’UE ed ha per oggetto “scambi intra-UE e importazioni di carni di rettili di allevamento”.
La nota indica l’elenco dei paesi terzi dai quali sono consentite le importazioni di carne di rettili, nello specifico:
Codice ISO | Paese Terzo |
CH | Svizzera |
BW | Botswana |
VN | Vietnam |
ZA | Sud Africa |
ZW | Zimbabwe |
Per quel che riguarda la sicurezza alimentare, l’Autorità europea delegata, ha individuato possibili pericoli derivanti dal consumo della carne dei rettili. Perciò, la Commissione europea ha incluso la carne di rettili per la ricerca della Trichinella e per la ricerca della Salmonella come criterio di sicurezza alimentare.
Inoltre, al fine di garantire ulteriore sicurezza alimentare per la carne rettile, la Commissione ha ritenuto opportuno introdurre, in fase di macellazione, anche controlli ufficiali specifici: ispezione ante mortem e post mortem.
Infine, la nota specifica cosa si intende con il termine carni di rettili: parti commestibili, trasformate o non trasformate, ottenute da rettili d’allevamento che, se del caso, sono autorizzate conformemente al regolamento (UE) 2015/2283 e figurano nel regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 della Commissione.
Riassumendo, le carni di rettili da allevamento che possono essere importate e commercializzate sul territorio dell’UE e quindi anche in Italia, sono quelle che rispettano le seguenti condizioni:
- provengono da Paesi terzi che figurano nell’elenco di cui allegato XIV del regolamento di esecuzioni (UE) 2021/405;
- sono scortate all’atto dell’introduzione nell’UE dal certificato sanitario di cui al regolamento di esecuzione (UE) 2020/2235;
- non sono nuovi alimenti ai sensi del regolamento (UE) 2015/2283 o sono autorizzate ai sensi dell’articolo 6 del regolamento (UE) 2015/2283 e figurano nel regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 della Commissione.
Per quanto concerne l’ultimo punto, le uniche carni di rettili d’allevamento su cui si hanno informazioni certe dal 1997 sono quelle dei coccodrilli allevati della specie “Crocodylus nilotikus” (quelli del Nilo per intenderci): essendo non considerate nuovi alimenti può essere oggetto di importazione nei Paesi membri dell’UE.
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