Per la cassa integrazione i tempi di attesa sono troppo lunghi, anche due mesi, e i sindacati chiedono un incontro con Tridico dell’INPS. 190mila circa i lavoratori che aspettano i pagamenti.
Cassa integrazione: i tempi sono troppo lunghi e sono 180-190mila i lavoratori ancora in attesa dei pagamenti numero riportato da Il Sole24 Ore sulla base dei numeri comunicati da INPS nella giornata del 25 gennaio.
INPS ha risposto con un comunicato stampa del 25 gennaio ai numeri riportati ieri da Repubblica in cui si parlava di 1,2 milioni di lavoratori coinvolti nelle domande in lavorazione.
INPS ha risposto non solo sui numeri della cassa integrazione, ma anche in merito alle affermazioni di Guglielmo Loy, presidente del Civ, e il rischio per le pensioni con i conti in rosso dell’Istituto.
Tornando alla cassa integrazione, pur smentendo i numeri circolati in queste ore, INPS ammette i tempi molto lunghi di risposta alle richieste che determinano la lunga attesa per i lavoratori, elemento che Loy ha peraltro suggerito di modificare.
Cassa integrazione: 190mila lavoratori in attesa
Per la cassa integrazione Covid sarebbero 180-190 mila i lavoratori in attesa dal momento che, sulla base dei dati comunicati da INPS, sono ancora in lavorazione i pagamenti per 293mila prestazioni e di queste 252mila sono arrivate nel mese di gennaio. INPS comunica che alla data del 25 gennaio 2021, giorno in cui riporta i dati nel suo comunicato stampa, l’Istituto ha gestito circa:
“3,56 milioni di domande di cassa integrazione, e ne ha accettate oltre 3,20 milioni, ovvero il 97,3%. Le domande respinte sono 271mila e quelle in lavorazione 88mila, di cui 60mila (quasi il 70%) sono state presentate tra dicembre e gennaio. Nell’ultimo trimestre del 2020, in particolare da novembre, si è nuovamente
intensificato l’afflusso di domande di autorizzazione e di pagamento.”
INPS specifica che nonostante l’afflusso notevole di domande anche i pagamenti della cassa integrazione ai lavoratori risultano aver coperto al 25 gennaio il 98,3% delle richieste giunte all’Istituto, e nel dettaglio si tratta di 16,9 milioni di domande su 17,2 milioni.
Specifica INPS nel comunicato sulla cassa integrazione:
“Il numero di lavoratori coinvolti nelle domande in lavorazione non può essere determinato fino a quando non pervengono dalle aziende gli SR41, e non può essere 1,2 milioni come oggi il quotidiano Repubblica erroneamente sostiene, basandosi su una stima priva di metodo.”
Per quanto riguarda invece le domande relative al periodo che va da marzo a settembre 2020 sono ancora in attesa i pagamenti diretti di cassa integrazione per 500 persone per problematiche complesse.
Un contributo per pagare la cassa integrazione e anche sostanziale l’hanno dato le aziende anticipando per i propri dipendenti e recuperando a conguaglio da INPS come lo stesso Istituto sottolinea:
“Complessivamente, per quanto riguarda i pagamenti ai lavoratori, l’INPS ha gestito ad oggi oltre 17 milioni di operazioni di pagamenti diretti, rivolti a 3,6 mln di lavoratori, e oltre 10 milioni di pagamenti a conguaglio dopo anticipo alle aziende per 3,4 milioni di lavoratori, con un esborso complessivo, ad oggi, di quasi 20 miliardi di euro per CIG Covid.”
Cassa integrazione: tempi di attesa troppo lunghi
È INPS stessa nel comunicato sulla cassa integrazione, come ha fatto anche Loy tra le altre cose, a sottolineare i tempi di attesa troppo lunghi per ricevere i primi pagamenti.
Il sistema che si è tentato di alleggerire, complice anche la mole eccezionale di pratiche - solo 4 miliardi di ore di cassa integrazione nel 2020- risulta ancora farraginoso.
INPS chiarisce infatti che la lavorazione delle domande di cassa integrazione richiede in media dalle 8 alle 10 settimane (parliamo di quasi tre mesi) dovute a:
- una prima fase in cui l’azienda fa domanda, poi INPS controlla e approva per ogni singola azienda;
- una seconda fase, per attendere dall’azienda la dichiarazione delle effettive ore non lavorate per ciascun lavoratore nel mese e procedere ai pagamenti se la comunicazione è corretta.
Tenuto conto di questa procedura se la cassa integrazione è per il periodo novembre-dicembre 2020, per esempio, i pagamenti non possono arrivare prima di febbraio-marzo 2021. Una procedura che andrebbe snellita? Forse sì.
Lo stesso Loy nella sua intervista a Repubblica ha dichiarato che bisognerebbe “autorizzare subito la domanda, erogare il 60-70% dell’importo e posticipare i controlli. Ma ci vuole il coraggio del rischio.”
Intanto i sindacati CGIL, CISL e UIL hanno chiesto un incontro con il presidente dell’INPS Pasquale Tridico sebbene la situazione, con i ritardi di due mesi per ottenere la cassa integrazione, non è drammatica come l’estate scorsa. I ritardi tuttavia vanno recuperati secondo i sindacati e al più presto.
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