L’azienda di moda, detenuta al 90% dal fondo di investimento Clessidra, chiede di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo
Il consiglio di amministrazione della maison Roberto Cavalli ha deciso, all’unanimità, di depositare - presso il Tribunale di Milano - un’istanza di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità.
L’obiettivo, come spiegano dalla casa di moda, è quello di “salvaguardare l’operatività e la continuità aziendale”.
Da tempo Cavalli sta attraversando un periodo di difficoltà. Già lo scorso settembre Clessidra - il fondo d’investimento che nel 2015 ha acquisito il 90% del Gruppo - ha dovuto sottoscrivere un aumento di capitale da 5 milioni di euro per coprire le perdite di 33,65 milioni, registrate nel 2017.
Roberto Cavalli: cda vota per il concordato preventivo, proteste dei dipendenti
Mentre continuano le trattative tra gli attuali azionisti e alcuni soggetti che hanno manifestato interesse per un possibile rilancio dell’azienda, il cda di Roberto Cavalli ha votato all’unanimità per la presentazione di una domanda di concordato preventivo in continuità.
La società prova così ad
“avvalersi di uno strumento giuridico appositamente predisposto dal legislatore per poter gestire e superare fasi di criticità attraverso procedure ben definite che potrebbero anche comportare per la società la sospensione di alcune attività in Paesi esteri”.
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Da tempo la maison fiorentina non naviga in buone acque, anche se - negli ultimi mesi - i ricavi erano tornati a crescere. Tuttavia il fondo Clessidra, dopo il mancato raggiungimento degli obiettivi manageriali, sembra ormai decisa a non investire più sul brand e getta la spugna.
Lo scorso anno i vertici avevano tentato anche una riorganizzazione strategica e un piano di rilancio del marchio prevedendo la vendita dello spazio industriale di Osmannoro (Fi) di oltre 25 mila mq. Per rilanciare la nota casa di moda, il gruppo aveva spinto su stile, sviluppo prodotto, gestione produzione, marketing e comunicazione.
L’idea era anche quella di trovare nuovi investitori e nuovi soci per attirare ulteriori capitali, tra i papabili c’era il gruppo americano Blue Star Alliance.
Intanto a Firenze non sono mancate le proteste dei dipendenti che temono per il proprio futuro. Filtem Cgil e Femca Cisl, nel denunciare la grave situazione di incertezza della Roberto Cavalli, hanno già annunciato uno sciopero e un sit-in in piazza, davanti alla Regione Toscana, dove, a partire da lunedì 1° aprile, sono previsti tavoli sulla vertenza.
I sindacati vogliono scongiurare il rischio di una cassa integrazione e avvertono che non accetteranno soluzioni che comportino decurtazioni salariali per i dipendenti.
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