Si è dimesso Alexander Acosta, ministro del Lavoro di Trump. Da procuratore aveva fatto un’offerta impossibile da rifiutare al milionario e pedofilo Jeffrey Epstein
L’amministrazione Trump perde un altro pezzo importante, ma stavolta non a causa di dissidi politici. Il ministro del Lavoro Alexander Acosta del governo del tycoon si è appena dimesso dalla carica mentre gli inquirenti indagano sul suo ruolo nel patteggiamento offerto una decade fa a Jeffrey Epstein, arrestato il 7 luglio scorso.
È stato Donald Trump in persona ad annunciare le dimissioni, definendo Acosta “un grande ministro del lavoro, non soltanto buono” e attribuendogli “un talento enorme”. Trump ha detto inoltre che la decisione è stata dello stesso Acosta, cui avrebbe anzi chiesto di restare. Era l’unico ispanico del governo. Al suo posto arriverà Patrick Pizzella, l’attuale vice.
Si dimette Acosta, ministro del Lavoro di Trump
Era solo questione di tempo prima che l’affaire Epstein coinvolgesse alle vette più alte dell’amministrazione americana. L’uomo d’affari, scampato a una condanna a vita per stupro e istigazine alla pedofillia, è noto per avere diverse amicizie importanti nel mondo dell’entertainment e della politica, come quella con l’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’ex presidente Clinton e il britannico principe Andrew.
All’epoca dei fatti, Acosta era procuratore, e propose a Epstein un patteggiamento molto conveniente. Adesso la magistratura indaga sul fatto che questo accordo possa aver leso i diritti delle vittime (circa quaranta).
Chi è Alexander Acosta
Nato da rifugiati cubani cinquant’anni fa, Acosta si è laureato in giurisprudenza alla scuola di legge di Harvard, nel 1994. Poco dopo divenne, per un anno, assistente del futuro giudice della Corte Suprema Samuel Alito. Successivamente andò a Washington per lavorare presso la Kirkland & Ellis e si specializzò in tematiche del lavoro. Per 2 anni ricevette numerosi incarichi dal George W. Bush, e divenne vice-direttore della divisione per i diritti civili del Dipartimento di Giustizia statunitense. Nel 2005 tornò a casa, a Miami, dove divenne procuratore del distretto Sud della Florida e realizzò numerose inchieste importanti.
Fu proprio lì, fra il 2007 e il 2008, che Acosta approvò e offrì a Epstein un patteggiamento per sfruttamento della prostituzione di una ragazza di quattordici anni, che prevedeva l’iscrizione al registro dei sex offender, 13 mesi di reclusione e il pagamento dei danni alle vittime. Un accordo definito in seguito dallo stesso Acosta come “inusuale”. Le vittime minorenni di Epstein erano 36, e l’uomo d’affari avrebbe potuto finire dietro le sbarre per molto, molto tempo. Le ragazze che accusavano l’uomo non vennero nemmeno informate dell’offerta di patteggiamento. Ed Epstein accettò senza pensarci due volte.
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