Chi è creatore del Bitcoin, Satoshi Nakamoto? Il padre della criptovaluta più diffusa al mondo torna con un tweet su X dopo 5 anni e sembra che finalmente sia stata rivelata la sua identità: chi è?
Satoshi Nakamoto è l’inventore del Bitcoin e del suo protocollo, eppure nessuno sa chi sia e come sia fatto, o almeno fino ad oggi. Infatti, il muro di silenzio che ha avvolto per anni il padre del Bitcoin è crollato.
Ormai erano oltre 5 anni (dal 2018) che Nakamoto aveva cessato di mostrarsi attivo sui social media, ma proprio in questi giorni ha pubblicato un tweet su X. Un tweet che avrebbe potuto rivelare molto più di quanto ci si aspetti sulla reale identità di Satoshi Nakamoto
Solo nel 2008, Nakamoto ha pubblicato un documento che spiegava il funzionamento della criptovaluta e ha lanciato la prima versione del software Bitcoin nel 2009 per poi scomparire dalla scena a fine 2010.
Nakamoto ha lavorato alla continua implementazione del Bitcoin attraverso un team di persone in open-source ma ha sempre avuto cura a non rivelare mai la sua vera identità. Sebbene dal nome possa sembrare giapponese, è bene non giudicare mai dalle apparenze.
“Satoshi” significa “intelligente, saggio”. “Naka” può significare “interno, relazione”. “Moto” indica invece “origine”, o “creazione”.
Sono tutte caratteristiche che possono essere associate alla persona che ha fondato un movimento su un algoritmo alquanto sagace. Ma ogni parola può avere diversi significati e il mistero dell’identità di Satoshi Nakamoto sembra destinato a rimanere tale. A Satoshi Nakamoto è attribuito anche il primo utilizzo del sistema blockchain.
Nakamoto è stato il primo a risolvere il problema della doppia spesa per la valuta digitale. All’interno del network del Bitcoin, Satoshi Nakamoto è stato attivo almeno fino a dicembre 2010, e dal 2018 non si erano avute più sue notizie, eppure è tornato. Ma siamo sicuri che il tweet sia davvero suo? Chi Satoshi Nakamoto e quanto ha guadagnato con l’invenzione del Bitcoin? Proviamo a sciogliere ogni dubbio a riguardo: ecco chi era, cosa ha fatto e quale potrebbe essere la sua vera identità.
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Satoshi Nakamoto, il padre dei Bitcoin
Nell’ottobre del 2008, in uno dei momenti più bui dei mercati azionari, Nakamoto ha pubblicato un articolo su The Cryptography Mailing list per il sito metzdowd.com dove descriveva per la prima volta una valuta digitale. Il sistema di pagamento elettronico peer-to-peer ideato ha preso subito il nome di Bitcoin.
Nel gennaio 2009, Nakamoto ha lanciato il primo software che ha dato inizio al network e ha creato le prime unità della criptovaluta Bitcoin. Satoshi Nakamoto ha lanciato la versione 0.1 del software Bitcoin su Sourceforge il 9 gennaio 2009.
Secondo lo stesso Nakamoto la scrittura del software ha avuto inizio nel 2007.
L’inventore di Bitcoin sapeva bene che per la modalità di funzionamento avrebbe dovuto essere in grado di supportare un ampio range di tipologie di transazioni. La soluzione implementata ha permesso ai codici specializzati e ai campi dati di utilizzare uno script predicativo fin dall’inizio.
Nakamoto ha creato un sito web con dominio bitcoin.org e ha continuato a collaborare con altri sviluppatori sul software Bitcoin fino alla metà del 2010. Da quel momento in poi ha ceduto il controllo del codice sorgente e delle chiavi del network a Gavin Andresen, e ha trasferito diversi domini correlati a favore di vari membri importanti della community del Bitcoin. In poche parole, ha dato fine al suo coinvolgimento nel progetto. Fino a poco prima del suo passaggio di consegne, Nakamoto ha compiuto tutte le modifiche al codice sorgente da solo.
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Chi è Satoshi Nakamoto: qual è la sua vera identità?
Numerose sono stati nomi e i volti accostati al nome di Satoshi Nakamoto, ma solo il suo recente tweet potrebbe aver tradito la vera identità del padre del Bitcoin.
Le voci nel settore delle criptovalute affermano che Nakamoto è un uomo e che vive in Giappone, nato il 5 aprile del 1975. Tuttavia, la ricerca della vera identità di Nakamoto si è concentrata principalmente su un certo numero di esperti di crittografia e di informatica non di origine giapponese, ma statunitense o europea. Nakamoto è sempre attento nel condividere le proprie informazioni personali, creando un alone di mistero intorno alla sua figura. Solo nel 2012, sul suo profilo della P2P Foundation ha dichiarato di essere un maschio di 37 anni che viveva in Giappone, ma alcuni ipotizzano non sia davvero giapponese per il suo uso perfetto dell’inglese.
Non solo. Stefan Thomas, un programmatore svizzero ha analizzato gli orari di pubblicazione di ogni post del forum del network firmato Nakamoto individuando l’assenza di post tra le ore 5 e le ore 11 della mattina (orario di Greenwich), ciò ha portato a supporre che il padre dei Bitcoin viva negli in Nord America, alcune parti dell’America centrale, dei Caraibi e del Sud America. Tra le identità accostate e attribuite dagli analisti a Nakamoto troviamo Martii Malmi, uno sviluppatore che vive in Finlandia coinvolto nel network del Bitcoin sin dall’inizio e che ha sviluppato l’interfaccia utente.
Ancora, Adam Penenberg della FastCompan sostiene invece che dietro al nome Nakamoto si nascondano in realtà tre persone che hanno lavorato in team: Neal King, Vladimir Oksman e Charles Bry, e questo perché il documento esplicativo sul Bitcoin, redatto da Nakamoto, presentava una frase (o più) identica a quella presente nella domanda di brevetto inoltrata da questi tre personaggi per aggiornare e distribuire delle chiavi di crittografiche.
Eppure, queste affascinanti ipotesi sembrano crollare se si analizza l’ultimo tweet di Nakamoto, con il quale ha annunciato la riattivazione del profilo stesso, promettendo di pubblicare dei tweet divulgativi. Il profilo su X di Nakamoto è un profilo verificato con spunta blu, benché ciò non significhi sia corretta la sua identità. Inevitabile è stata la reazione dei seguaci, i quali hanno messo in discussione l’autenticità del contenuto, increduli che Nakamoto sia tornato in rete in modo così inaspettato, dopo quasi 20 anni di anonimato.
Non è un caso, quindi, che molti abbiano attribuito il tweet a Craig Wright, un informatico australiano che da anni sostiene di essere l’inventore del bitcoin, senza mai essere riuscito a fornire prove concrete. Eppure, a dicembre 2022 un utente di Twitter di nome Andy Rowe ha ammesso di aver preso parte sia alla gestione dell’account @satoshi sia all’attività di Wright, dimostrando così un legame tra l’australiano e l’inventore della criptovaluta. Un legame confermato dall’ex CEO della società di blockchain nChain, Christen Ager-Hanssen, dichiarando che l’account @satoshi “è stato rilevato da Craig”, dopo essere stato di proprietà dello stesso Rowe.
Se quindi al momento si può confermare la paternità dell’account e del tweet a Craig, il volto che si potrebbe celare dietro il nome Nakamoto potrebbe essere realmente Andy Rowe, come in molti sostengono nelle ultime ore. Purtroppo, questa ipotesi, che sembra essere al momento la più veritiera, non è stata ancora confermata dai diretti interessati, gli unici a conoscere la vera identità di Nakamoto.
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Quanto ha guadagnato Satoshi Nakamoto?
Se l’identità di Nakamoto rimane ancora un interrogativo, c’è un altro interrogativo che tormenta i più curiosi: quanto ha guadagnato Satoshi Nakamoto?
È indubbio che il patrimonio di Nakamoto sia elevato. Sembra che il padre del Bitcoin abbia ricevuto una ricompensa (non spendibile o trasferibile) dal primo blocco in assoluto, pari a 50 BTC poi passato a 72.59 BTC, grazie alle varie donazioni, che equivalgono a circa ad un milione e mezzo di dollari, ma non è tutto.
Da uno studio di Sergio Deminar Lerner, è stato individuato il cosiddetto Patoshi Pattern: Nakamoto avrebbe potrebbe aver raccolto circa 1.8 milioni di BTC, di cui 1.1 milioni mai spesi. Questo numero è stato più o meno confermato da una ricerca di Whale Alert, che ha stimato 1.125.150 di Bitcoin minati dal suo creatore. Stando agli ultimi prezzi disponibili a inizio 2023, il patrimonio di Satoshi dovrebbe quindi ammontare a circa 20 miliardi di dollari.
E se questo nodo è stato definitivamente sciolto, sono in molti a sperare che l’identità di Nakamoto non venga mai rivelata poiché si teme che una volta conosciuta l’identità Nakamoto il prezzo di Bitcoin subisca uno shock. Un risultato che sicuramente il padre stesso dei Bitcoin non vorrebbe mai. I più curiosi non possono che sperare che prima o poi Nakamoto confessi la sua identità, ma fino a quel momento il nome che più sembra avvicinarsi alla figura di Satoshi Nakamoto è proprio Andy Rowe.
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