La Cina è pronta a vietare la carne di cane per l’emergenza coronovirus

Marta Tedesco

5 Marzo 2020 - 17:40

In Cina, nella città di Shenzhen, sono pronti a vietare la carne di cane dopo che un cucciolo di pomerania a Hong Kong è risultato positivo al test del coronavirus

La Cina è pronta a vietare la carne di cane per l’emergenza coronovirus

La Cina si sta preparando a vietare il consumo di carne di cane e altri animali domestici. In particolare è Shenzhen, città a Sud del Paese, ad aver fatto questo passo avanti.

Le Autorità della città infatti hanno proposto un nuovo regolamento che vieta il consumo di cani e gatti, oltre a escludere altri tipi di carne poco tradizionale, come serpenti e tartarughe. Il provvedimento è partito dopo la notizia di un cane risultato positivo al test del coronavirus e che presenta di fatto “un’infezione di basso livello”.

Cina dice basta al consumo di carne di cane e gatto

Le Autorità di Shenzhen hanno presentato un nuovo regolamento che impone il divieto del consumo di carne di cane e gatto. L’allarme è partito dopo la notizia di un cane risultato positivo al test di COVID-19 a Hong Kong. Il cucciolo (di razza pomerania) appartiene a una donna di 60 anni, anche lei contagiata e ora in isolamento. L’animale è stato dunque messo in quarantena per essere sottoposto a test di controllo approfonditi. Le autorità sanitarie di Hong Kong, dopo numerosi esami, hanno infine dato la conferma che il cucciolo abbia di fatto contratto il virus.

Gli esperti lo hanno definito come “un probabile caso di trasmissione del Covid-19 da essere umano a cane” e la sua proprietaria potrebbe essere il possibile “agente infettante”. Secondo il Dipartimento per l’Agricoltura, la Pesca e la Conservazione della città (AFCD), l’animale riscontra “un’infezione di basso livello”. Comunque non risulta avere i sintomi della malattia e verrà restituito alla padrona solo quando tutti i test risulteranno negativi.

Dopo questo caso, le Autorità di Hong Kong hanno deciso di far mettere in quarantena tutti gli animali da compagnia di altre persone contagiate. Resta che, ad oggi, non ci sono prove sul fatto che animali domestici, come cani e gatti, possano trasmettere il virus all’uomo. Lo hanno perfino smentito le massime autorità sanitarie internazionali, a partire dall’OMS.

Vietato anche il consumo di animali selvatici ed esotici

In Cina erano già partiti dei provvedimenti che limitano il consumo di carne a causa del coronavirus. A fine febbraio 2020, infatti, l’Assemblea nazionale del Gigante Asiatico ha approvato la bozza di legge «ampia» che prevede il divieto del consumo di carne di animali selvatici, come rane, serpenti e insetti.

Tale divieto è partito dal timore che fossero alcuni animali selvatici la causa prima di trasmissione del virus. Il pipistrello è stato il primo animale a essere messo sotto accusa, additato come possibile fonte di trasmissione del COVID-19. Poi è toccato al pangolino, considerato il possibile intermediario del patogeno tra specie animale e specie umana.

Secondo Peter Li, esperto di politica cinese della Humane Society International, proibire il consumo di carne di cani e gatti a Shenzhen sarebbe “estremamente gradito”.

Nel Sud della Cina infatti non è raro imbattersi in abitudini alimentari eccentriche, soprattutto per la cultura occidentale. Nella città di Yulin, nel Guangxi, per esempio, si svolge annualmente il contestato Festival della carne di cane. Shenzhen invece si presenta come una realtà moderna e avanzata, quasi una città simbolo per l’area sud-orientale della Cina. Il fatto che l’iniziativa di proibire il consumo di carne di cane parta da lì “potrebbe anche avere un effetto domino con altre città cinesi” dichiara Li.

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