Marta Basso, imprenditrice digitale e co-fondatrice di Generation Warriors, è la co-founder della community italiana di Clubhouse, il social più discusso del momento. L’abbiamo intervistata per capire se e come il fattore voce rivoluzionerà il mondo.
Questa giovane business woman ci racconta il funzionamento dell’applicazione. Un’app che fa uso del mezzo di comunicazione più antico che abbiamo: la nostra voce. Su Clubhouse non ci sono immagini, filtri, colori, c’è solo la nostra voce: chi non ha contenuti, non ha successo su questa piattaforma.
Marta sottolinea proprio la centralità del contenuto, nessun social ha mai attribuito così tanta importanza a quello che si comunica come su Clubhouse - la sostanza e i concetti più profondi, sono quelli che vengono premiati.
Bisognerà vedere se a lungo andare l’importanza del contenuto sarà effettivamente premiata, per ora il social sta spopolando ed è al centro dell’attenzione. Manager, insegnanti, ragazzi, un social che attira tutti senza alcuna distinzione d’età.
Sarà forse la svolta verso una rete più coscienziosa e attenta alla sostanza anziché all’immagine? Solo il tempo potrà dircelo. Clubhouse è un social che toglie le maschere, ci fa sentire più vulnerabili, non si può fingere - traspare ciò che siamo davvero. La sua forza sta proprio nella sua trasparenza e nell’impossibilità di nasconderci e questo è anche un segnale che ci dà la misura di quanto sia grande il nostro bisogno di umanità.
All’interno della piattaforma ci si sente vicini per davvero, si riescono a instaurare dei legami, si parla con dei perfetti sconosciuti come se si fosse seduti a un bar, ed è questo a rendere l’esperienza significativa, non ci si sente mai lontani, le barriere si abbattono, anche se solo virtualmente. Sono muri che vengono rasi al suolo dalla potenza non tanto della parola quanto dell’ascolto, come ribadisce Marta Basso: l’importanza di ascoltare gli altri è fondamentale, come anche imparare a comprendere prospettive diverse dalle nostre, cominciare a spogliarci del nostro egocentrismo, scambiare idee e pensieri senza mai sentirci superiori a nessuno.
Clubhouse è anche questo: restituisce centralità all’ascolto e, dopo tanto tempo, si impara finalmente anche sui social a rispettare il prossimo e accogliere il suo punto di vista, ad essere più umani. Si tratta di quella stessa umanità che quest’anno non ci è stata tolta come molti suggeriscono, ma che forse si è addirittura rafforzata. Il bisogno di vicinanza e amore che abbiamo si sente tutto, Clubhouse è una proiezione di quello di cui abbiamo bisogno, di quello che siamo.
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