L’ipotesi della quarta ondata non è del tutto improbabile. La causa sarebbe l’aumento del tempo tra la prima e la seconda dose di vaccino. C’è solo una soluzione per evitare nuove ondate e chiusure.
Da quasi un anno e mezzo gli esperti discutono sulle possibili soluzioni alla pandemia di coronavirus e a come scongiurare nuove ondate. La comunità scientifica si è messa a lavoro su diverse tipologie di vaccino, abbreviando i tempi di sperimentazione, in uno sforzo congiunto per trovare la soluzione definitiva al SARS-CoV-2.
Da quando è stato immesso sul mercato, il vaccino è stato venduto come unica soluzione alla crisi sanitaria in corso. Ed è così. Ad oggi infatti non si sono aperte vie alternative, come farmaci o trattamenti in grado di prevenire il contagio. Esistono alcuni farmaci che se assunti tempestivamente sono in grado di aiutare il fisico a riprendersi prima dai sintomi, ma questo vuol dire comunque finire in ospedale in condizioni gravi.
Lo abbiamo visto già la scorsa estate: i numeri dei contagi e dei morti calano e di conseguenza si abbassa la soglia di attenzione. Il rischio di un nuovo picco di contagi a settembre - cosa che porterebbe una quarta ondata autunnale - è un’ipotesi concreta. Massimo Clementi, Direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele, ha sottolineato in più occasioni che ci vogliono due dosi di vaccino, il ciclo completo, per essere protetti.
Il rischio ‘quarta ondata’ è reale, lo dicono i virologi
Il coronavirus è in grado di ripresentarsi in autunno con una nuova quarta ondata. “Ci saranno meno ricoveri - spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi - ma il virus continuerà a circolare”. Lo sappiamo da mesi ormai: il coronavirus rimarrà con noi a lungo, endemico per almeno due o tre anni e pronto a colpire non appena la stagione sarà meno favorevole.
Le varianti continuano a mietere vittime e con esse aumenta il timore che il vaccino possa non essere in grado di contenere il contagio. Il caso della Gran Bretagna è emblematico. Negli ultimi 14 giorni sono tornati a salire i contagi, con un numero di casi totali pari a 77.549. Anche il numero di morti è tornato ad alzarsi (sempre al di sotto dei venti morti giornalieri). La causa, secondo la British Medical Association, è la diffusione della variante Delta o indiana (90% dei nuovi casi).
Secondo Tim Spector, come riporta Il Giorno, l’epidemia sta colpendo la popolazione non vaccinata o parzialmente vaccinata. La variante Delta ha penetrato le difese anche di chi aveva la seconda dose. Un fatto che ha imposto a Boris Johnson una rinnovata cautela nei confronti delle riaperture.
La soluzione alla pandemia è una ed è già in uso
La campagna vaccinale in Italia continua a procedere, anche se con alcuni intoppi. Attualmente risultato somministrate 41.984.164 dosi, per un totale di persone vaccinate con entrambi le dosi pari a 14.019.080, ovvero il 25,84% della popolazione over 12. I numeri sono buoni, ma il vero risultato sarà ottenere un buon numero di vaccinazioni complete.
La variante Delta ha “bucato” la prima dose di vaccino in Gran Bretagna, spiega ancora Pregliasco, motivo per il quale appare sempre più assurda la scelta di prolungare il tempo tra la prima e la seconda dose.
Solo la vaccinazione completa, capace quindi proteggere in maniera efficace dal coronavirus, è in grado di fermare una nuova quarta ondata di ottobre.
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