Nuovo studio sul farmaco anakinra. I risultati della ricerca condotta dall’Ospedale San Raffaele sono chiari: il farmaco dimezza la mortalità e diminuisce i tempi delle terapie intensive.
Secondo uno studio condotto dall’Ospedale San Raffaele il farmaco anakinra è in grado di salvare molti pazienti colpiti dal Covid-19.
Lo studio, pubblicato su Lancet Rheumatology, ha ottenuto risultati notevoli: molti meno pazienti in terapia intensiva e un numero di morti quattro volte inferiore rispetto ai pazienti non sottoposti a questa cura sperimentale.
La notizia dei risultati della ricerca è stata data oggi dall’agenzia Adnkronos, in contemporanea con lo svolgimento del Global Health Summit durante il quale si è parlato della possibilità che il coronavirus diventi endemico. La domanda da porsi ora è: grazie a farmaci come anakinra riusciremo a contenere le annunciate future ondate del contagio?
Anakinra, un antinfiammatorio contro il Covid-19
Non si è mai smesso di cercare un medicinale capace di agire contro il Covid-19. Oltre alla produzione, prevista entro la fine dell’anno, di diversi farmaci specifici contro il virus Sars-CoV-2, uno studio ha dimostrato l’efficacia di un farmaco già presente in moltissimi Paesi: anakinra.
Questo farmaco è pensato per agire contro le malattie autoinfiammatorie, come la febbre familiare mediterranea o la TRAPS (sindrome associata al recettore del fattore di necrosi tumorale). I pazienti positivi al Covid-19 possono contrarre proprio una forma grave di iper-infiammazione, dovuta a una risposta del sistema immunitario eccessiva e dannosa.
In questo caso si parla di sindrome da tempesta citochinica e i suoi sintomo sono febbre alta, gonfiore, arrossamento, estremo affaticamento e nausea. In alcuni casi, si legge sul sito dell’Ospedale Gemelli di Roma, la reazione immunitaria può essere fatale. “I tassi di mortalità del Covid-19 sono in buona parte associati all’emergere [...] della cosidetta sindrome da tempesta citochinica”, ha spiegato Lorenzo Dagna, coordinatore dello studio pubblicato su Lancet Rheumatology.
Uso di anakinra: i risultati dello studio
Lo studio comparativo condotto dall’Ospedale San Raffaele ha dimostrato che l’uso di anakinra ha prodotto una riduzione sostanziale della mortalità, soprattutto in caso d’intervento tempestivo.
I risultati di Save-More, primo studio randomizzato condotto su pazienti Covid tra Italia e Grecia, sono notevoli: la funzione respiratoria migliora nel 72 per cento dei pazienti, la mortalità risulta quattro volte inferiore rispetto ai pazienti non curati con anakinra e si riduce anche il tempo medio delle dimissioni dalle terapie intensive. Lo studio riporta che, in totale, la guarigione completa è 2,8 volte superiore rispetto alla media.
“Anakinra - ha affermato Emanuele Nicastri, infettivologo e direttore Divisione Malattie infettive dell’Istituto Spallanzani di Roma - è il primo [...] strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.
Quali sono le controindicazioni e gli effetti collaterali di anakinra?
L’uso di anakinra non ha effetti collaterali gravi. L’effetto più comune è una reazione cutanea, mentre i più rari sono: arrossamento, gonfiore, dolore o fastidio nel sito d’iniezione. Anakinra risulta essere un farmaco sicuro e il fatto di essere facilmente reperibile lo rende un importante strumento contro il Covid-19.
Anche in caso di sovra dosaggio non produce effetti collaterali gravi. “Abbiamo utilizzato il farmaco ad un dosaggio più elevato e con una somministrazione diversa rispetto all’abituale, endovenosa e non sottocutanea”, hanno affermato il coordinatore dello studio Lorenzo Dagna, primario dell’Unità d’Immunologia e Giulio Cavalli, medico e ricercatore della stessa unità.
Con lo sviluppo di farmaci anti-Covid, l’utilizzo di quelli già esistenti ed efficaci come anakinra e la campagna vaccinale si può sperare nella fine della pandemia? Secondo gli esperti che oggi hanno parlato al Global Health Summit è meglio andarci cauti: è previsto l’inizio di una age of pandemics.
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