Il Movimento 5 Stelle preme per la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, ma la maggioranza di governo è spaccata e il Pd tenta la mediazione
L’anno cambia, ma le polemiche e le querelle tra i partiti di maggioranza di governo restano le medesime. Ad aprire l’agenda politica del 2020 è l’eventuale revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia tanto desiderata dal Movimento 5 Stelle quanto osteggiata da Italia Viva e freddamente sostenuta dal Partito Democratico. In un video rilanciato da Luigi Di Maio su Facebook, il capo politico del Movimento 5 Stelle torna sulla polemica con Aspi e ribadisce:
«Finalmente si avvia un percorso per alcune infrastrutture italiane, ma anche in generale, che ci permetterà di revocare le concessioni ai Benetton. Chi si è scandalizzato perché è crollato il titolo Atlantia, non lo hanno fatto quando è crollato il ponte Morandi».
Su Autostrade è scontro M5S-Italia Viva
E i posti di lavoro che potenzialmente potrebbero andare persi? «Sciocchezze» dice Di Maio nel video, aggiungendo: «Non facciamoci fregare. Tutta la retorica che si perdono i posti di lavoro è una sciocchezza. Si perdono i profitti dei Benetton, ed è giusto perché non hanno fatto il loro dovere per mantenere quel ponte». I
nsomma, se da un lato la posizione del Movimento 5 Stelle sulla questione Autostrade è molto chiara e non è mai mutata, lo stesso non si può dire guardando alle posizioni unitarie dell’esecutivo. Se Italia Viva ha sempre sostenuto che la revoca della concessione ad Aspi non fosse la giusta soluzione e, anzi, è proprio contraria all’idea di togliere le Autostrade ad Aspi, dall’altro lato la posizione del Partito Democratico è un po’ più oscura e ondivaga.
Nel decreto Milleproroghe sono state inserite due norme che permetterebbero al governo di procedere con la revoca della concessione ad Autostrade - e allo stesso tempo ad Anas di intervenire temporaneamente nella gestione dei tratti «scoperti» - e di «tagliare» l’eventuale richiesta di indennizzo che Aspi dovesse avanzare. Norme incostituzionali, secondo Autostrade per l’Italia, che è pronta alla battaglia legale.
La posizione del Pd
Nonostante ciò, la posizione del Pd, rispetto soprattutto a quella dei propri compagni di governo, non è netta e sembra anzi che il partito, insieme a Giuseppe Conte, stia tentando più la strada della mediazione che quella volta della decisione netta. Il nodo principale che spinge il Pd a mediare è l’eventuale causa legale che la revoca della concessione potrebbe scaturire e proprio per evitare questo scenario il partito sta lavorando sottotraccia per arrivare a una soluzione più morbida ed evitare, come vorrebbero invece i 5 Stelle, che la questione venga discussa al primo Consiglio dei ministri utile.
Cosa potrebbe accadere
Che cosa potrebbe accadere nel breve periodo? Il Milleproroghe, che contiene le norme contestate da Autostrade, andrà convertito in legge entro fine febbraio ed è molto probabile che opposizione e maggioranza cercheranno di modificare l’articolo di legge tanto contestato. In questo scenario, Autostrade per l’Italia ha già dichiarato che se la concessione dovesse davvero essere revocata si opporrà alla decisione con ogni mezzo legale ma ha anche offerto all’esecutivo una mediazione, una negoziazione che prevede 10 miliardi di investimenti sulle infrastrutture e in particolare su Genova oltre alla diminuzione delle tariffe dei pedaggi. Per capire come la situazione evolverà ulteriormente non resta che attendere il consiglio dei ministri dove la questione sarà analizzata nuovamente, dove si prevedono liti infuocate tra i partiti di maggioranza.
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