Il congedo straordinario retribuito per assistere un familiare con handicap grave spetta in base ad un preciso ordine di priorità familiare. Vediamo cosa prevede per i conviventi.
La legge 151 del 2001 mette a disposizione del lavoratore che si prende cura di un familiare convivente con grave disabilità certificata dalla legge 104/1992, la possibilità di fruire di un congedo straordinario retribuito di un massimo di 2 anni. Durante la fruizione del congedo il lavoratore dipendente avrà diritto ad una indennità calcolata sugli elementi base della retribuzione e di contribuzione figurativa valida sia al diritto che alla misura della pensione.
Rispondiamo ad una lettrice di Money.it che ci chiede:
“Buongiorno,vi scrivo per chiedere informazioni a riguardo del congedo straordinario in quanto ho il mio compagno e padre di mia figlia malato oncologico e invalido al 100 per 100.Noi siamo conviventi ed io sono già’ in possesso della legge 104 che prevede i 3 giorni di permesso ma mi e’ stato detto che anche se viviamo assieme non ho diritto a questo congedo straordinario perché’ non siamo sposati. Allora dico,siamo un nucleo familiare e abbiamo anche una bambina in comune di 11 anni,da 20 anni viviamo assieme e’ non ho questo diritto?spero in un vostro riscontro vi ringrazio cordialmente”.
leggi anche
Congedo straordinario: requisiti, importo 2017 e domanda Inps per l’assistenza a familiari disabili
Congedo straordinario retribuito conviventi
A tal riguardo la legge parla chiaro. I conviventi more uxorio possono fruire soltanto dei permessi legge mensili previsti dalla legge 104/1992 (così come stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale numero 213 del 2016) ma non del congedo straordinario retribuito previsto dalla legge 151/2001.
Per le unioni civili, i cui componenti sono equiparati ai coniugi, la fruizione del congedo è prevista, ma non per le convivenze di fatto.
Il tutto va ricercato nel ruolo che riveste il convivente nell’ordinamento italiano: pur essendo una condizione che implica affetto, legame di coppia e reciproca assistenza morale e materiale, la convivenza non è considerata un rapporto di parentela.
E la legge 151 del 2001 prevede, per la fruizione del congedo straordinario retribuito proprio il vincolo della parentela (tale congedo è vincolato, infatti, ad un ordine di priorità familiare).
Per avere diritto al congedo straordinario retribuito dovrebbe sposare il suo convivente, anche con solo rito civile. In alternativa, purtroppo, i 2 anni di permesso retribuito non le spettano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti