Il congedo straordinario retribuito viene concesso in base ad un ordine di priorità vincolante che scale in presenza di patologia invalidante dell’avente diritto.
Il congedo straordinario retribuito, che permette al lavoratore dipendente di assentarsi dal lavoro per un massimo di 24 mesi ricevendo in cambio un’indennità pari all’ultima retribuzione, viene riconosciuto in base ad un preciso e vincolante ordine di priorità familiare.
Rispondiamo ad una lettrice di Money.it che ci scrive:
“Buongiorno,
la presente per chiederVi la seguente informazione:
ho mio padre con un problema tumorale e mi è stata riconosciuta la legge 104.
Ora mio padre ha 83 anni e deve eseguire una serie di terapie per le quali deve essere accompagnato presso la struttura ospedaliera per un periodo della durata di circa 2 mesi.
mia madre ha 81 anni e non guida, inoltre ha pure problemi nel camminare ed un glaucoma.
Io convivo con i miei genitori e ora che stavo presentando la domanda tramite il CAF mi chiedono un certificato che attesti la patologia invalidante di mia madre poiché secondo l’Inps è lei che assiste mio padre, ma realmente non è cosi poiché non ha la possibilità di accompagnarlo nei controlli esterni alla propria abitazione.
Vi chiedo chi deve rilasciare questo benedetto certificato, visto che il medico della mutua si è defilato?
Grazie”.
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Congedo e patologie invalidanti
Come dicevamo in apertura, il diritto alla fruizione viene stabilito in base all’ordine di priorità familiare e tale ordine non può scalare se non per mancanza, decesso o patologia invalidante dell’avente diritto.
Pertanto, se il diritto al congedo spetta al coniuge, vivo e presente, può scalare solo se quest’ultimo è affetto dalle patologie invalidanti previste dalla normativa. E non basta una certificazione del medico curante che sostiene che l’avente diritto non può prendersi cura dell’invalido per questo o quel motivo.
Le patologie invalidanti che permettono lo scalare dei familiari che possono fruire del congedo, infatti, sono ben definite nel Decreto Interministeriale numero 278 del 21 luglio del 2000.
Le patologie invalidanti previste dal decreto che fanno scalare l’ordine di priorità familiare sono:
- patologie croniche o acute che vanno a determinare, anche solo temporaneamente, la perdita dell’autonomia personale
- patologie croniche o acute che richiedono un’assistenza continuativa e monitoraggi frequenti
- patologie croniche o acute che prevedono la partecipazione nel trattamento sanitario
- patologie dell’infanzia o dell’età evolutiva che abbiano le caratteristiche indicate nei 3 punti precedenti e che richiedano programma di riabilitazione o terapeutico in cui debba essere coinvolto anche il genitore.
Di fatto non basta l’età avanzata di sua mamma e il fatto che non possa accompagnare suo padre nei controlli esterni all’abitazione (per quelli bastano abbondantemente i permessi mensili riconosciuti dalla Legge 104) a far passare il diritto al congedo straordinario a lei.
Se, quindi, sua madre non è affetta da una delle patologie invalidanti sopra riportate lei non potrà fruire dei 24 mesi di congedo retribuito visto che il diritto resta al coniuge convivente.
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