Congedo straordinario retribuito: posso andare in palestra, uscire o fare un viaggio?

Lorenzo Rubini

25 Settembre 2021 - 19:36

Chi richiede il congedo straordinario retribuito per assistere un familiare disabile si assume la responsabilità della cura del familiare, ma deve annullare la propria vita?

Congedo straordinario retribuito: posso andare in palestra, uscire o fare un viaggio?

Quando si intende fruire del congedo straordinario retribuito è da mettere in conto che la propria vita, per i 24 mesi di fruizione, dovrà girare per forza di cose intorno ai bisogni del disabile e che si dovrà rinunciare a qualcosa. Senza prevedere che il caregiver annulli del tutto la sua vita, il congedo tenta di garantire gli interessi del disabile.

Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:

“Buonasera,
sono un dipendente di una A.T.S. (ex A.S.L.), fruisco dei permessi della Legge n.104/92 per assistere mia madre 91enne non autosufficiente con invalidità
al 100%, con la quale convivo.
A Febbraio del 2022 compiró 62 anni ed avró maturato 40 anni di contributi.
Per la difficoltà di conciliare gli impegni lavorativi e l’assistenza, sarei intenzionato a richiedere il congedo straordinario di 2 anni.
Il quesito che vi pongo è il seguente : quali paletti pone la legge per chi assiste un familiare disabile ? cioè per poter mantenere uno stato psicologico decente è possibile dedicarsi ai propri hobby ? es.frequentare una palestra, fare una passeggiata in montagna fare un viaggio.
Ovviamente mia madre non verrebbe lasciata sola.
Nel ringraziarvi, porgo cordiali saluti.”.

Cosa può fare chi fruisce del congedo?

Premettendo che non esiste una normativa di riferimento vera e propria riguardo a quello che il caregiver può fare durante la fruizione del congedo straordinario retribuito e che ci si può riferire solo a quello che hanno previsto diverse sentenze, vediamo di rispondere alla sua domanda.

Chi fruisce del congedo straordinario per assistere un familiare con grave handicap non può e non deve annullare la propria vita e a ribadirlo sono anche diverse sentenze al riguardo. Il congedo obbliga il caregiver a fornire al disabile una assistenza sistematica ma questo, sicuramente, non comporta rimanere al fianco del disabile 24 ore su 24.

Chi assiste, quindi, si può prendere delle ore quotidianamente per se stesso}

per riposarsi (fisicamente e mentalmente) dall’assistenza prestata. La legge non prevede il contatto costante con il disabile e anche che l’assistenza che si presta non deve essere intesa solo come accudimento.

Ma attenzione, questo non significa che il caregiver possa partire in vacanza lasciando l’assistenza del disabile delegata a terze persone, in questo caso, infatti, la Cassazione ritiene che ci si macchi del reato di truffa aggravata ai danni delo stato.
Essenziale, quindi, è che il caregiver riesca a garantire al disabile l’assistenza di cui ha bisogno ritagliando anche degli spazi per la propria vita. Sono consentiti, quindi, spostamenti momentanei per acquisti indispensabili, visite mediche o, ad esempio, anche la palestra se questa serve al benessere psicofisico del caregiver. Ma sempre basando le uscite sugli effettivi bisogni del disabile.

Non c’è, come dicevamo una normativa che specifichi cosa è possibile fare e cosa no e a guidare deve essere il buon senso che non porti a demandare a terzi l’assistenza per la quale il congedo è stato concepito.

«Se hai dubbi e domande contattaci all’indirizzo email chiediloamoney@money.it»

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