Consiglio Europeo, scontro su 10 milioni di dosi di vaccino Pfizer

Mario D’Angelo

25/03/2021

Nel Consiglio Europeo si è discusso animatamente sulle milioni di dosi Pfizer da distribuire. Alcuni Paesi ne chiedono più di quanto spetterebbe loro.

Consiglio Europeo, scontro su 10 milioni di dosi di vaccino Pfizer

Un dibattito piuttosto “emotivo”, secondo quanto riportato, si è tenuto nel Consiglio Europeo di venerdì 25 marzo sul tema del vaccino Pfizer. L’oggetto del contendere sono le 10 milioni di dosi che verranno consegnate in anticipo dall’azienda nel secondo trimestre, invece che più avanti nell’anno come inizialmente previsto. Alcuni Stati membri chiedono più dosi di quante gliene spetterebbero secondo la distribuzione in base alla popolazione.

Scontro nel Consiglio Europeo su 10 milioni dosi Pfizer

I Paesi dell’Est Europa, insieme all’Austria, hanno puntato maggiormente sui vaccini AstraZeneca, azienda che è ampiamente indietro sulla tabella di marcia delle consegne. Se la distribuzione delle nuove dosi Pfizer avvenisse in base alla popolazione, riporta l’Adnkronos citando una fonte diplomatica, “non verrebbe colmato il gap” che si è venuto a creare tra i diversi Stati dell’Unione europea.

Il tema delle 10 milioni di dosi Pfizer viene discusso ormai da qualche tempo nello Steering Committee, il comitato in cui i Paesi decidono sulla distribuzione delle ordinazioni di vaccini.

Il problema, riporta sempre l’agenzia di stampa citando stavolta la dg alla Salute Sandra Gallina, ha origine dal fatto che gli Stati membri hanno ordinato inizialmente meno dosi di quante gliene sarebbero spettate in base alla popolazione. La Commissione aveva ripetutamente raccomandato di comprare quote in base al numero di cittadini, ma i Paesi avevano introdotto elementi di flessibilità, come l’andamento dell’epidemia.

Questa situazione ha messo Bruxelles in difficoltà durante le trattative con le aziende, che sarebbero state più interessate da grandi ordinazioni.

Da considerare, inoltre, il fatto che molti ordini risalgono a quando alcuni vaccini nemmeno esistevano, e quella a mRNA erano guardati ancora con sospetto, sia per i costi più alti che per le basse temperature a cui devono essere conservati. “Quello che nessuno aveva previsto è che i vaccini che funzionano meglio erano i più complicati”, aveva detto a gennaio il presidente francese Emmanuel Macron.

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