Giuseppe Conte ha rilasciato un’intervista al Süddeutsche Zeitung dove si è detto scettico sul MES: “Vedremo se la nuova linea sarà veramente senza condizioni, non abbiamo scordato i sacrifici inimmaginabili della Grecia”.
È stato un fine settimana di interviste per Giuseppe Conte. Dopo quella rilasciata a Il Giornale dove nuovamente è stato fatto un appello alle opposizioni per un lavoro in sinergia, in molti però hanno parlato di un ammiccamento a Forza Italia sul tema MES, il premier si è concesso anche al giornale tedesco Süddeutsche Zeitung.
Un’intervista, da noi riportata da Il Fatto Quotidiano, dove Conte si è lasciato andare ad attacchi molto duri alla Germania “ha un bilancio commerciale superiore a quanto prevedono le regole dell’UE e con questo surplus non opera da locomotiva bensì da freno per l’Europa”, così come verso l’Olanda che “con il suo dumping fiscale attrae migliaia di multinazionali, che trasferiscono lì la propria sede, ed ottengono un flusso di entrate fiscali massicce, che vengono sottratte ad altri partner dell’Unione”.
Due paesi quelli citati dal Presidente del Consiglio che non sono stati citati a caso, visto che si tratta dei capofila di quel fronte dei rigorosi che si è messo di traverso sugli Eurobond proposti da Italia, Francia e Spagna per superare economicamente la crisi del coronavirus.
In attesa del Consiglio Europeo del 23 aprile, dove è in ballo il futuro stesso dell’Unione, Conte ha parlato anche del MES ribadendo il suo scetticismo di fondo verso il suo utilizzo in attesa di capire se veramente non ci saranno condizionalità.
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“Anche io sono fondamentalmente scettico sul MES - ha dichiarato Giuseppe Conte al giornale tedesco - Vedremo se davvero la nuova linea di credito sarà senza condizioni. In Italia il MES ha una cattiva fama perché non abbiamo dimenticato che alla Grecia, nell’ultima crisi finanziaria, sono stati richiesti sacrifici inaccettabili perché ottenesse i crediti”.
Sul tema del MES finora il premier nelle sue conferenze stampa è sempre stato chiaro: al momento non è intenzione di Palazzo Chigi attivarlo, visto che per l’Italia la soluzione migliore sarebbe quella degli Eurobond.
All’interno della maggioranza giallorossa però Italia Viva e una parte del PD spingono per non rinunciare ai 36 miliardi, da spendere per la sanità, che il fondo riserverebbe senza condizionalità all’Italia.
Quanto partorito dall’Eurogruppo sul tema MES però è stato un comunicato abbastanza vago, dove non è stato scritto nel dettaglio quali saranno le modalità per l’attivazione del Meccanismo: parlare di assenza di condizionalità al momento è dunque non corretto, così come viceversa non si può sostenere la tesi contraria dell’impossibilità di questa eventualità.
Il prossimo 23 aprile durante il Consiglio Europeo, i leader dei Paesi membri dovranno delineare quali saranno gli strumenti che l’Unione metterà in campo per fronteggiare la crisi economica dovuta al coronavirus.
Sarà quello il momento in cui verranno decise le modalità di accesso al MES e se, come spera il governo giallorosso, ci sarà anche un via libera agli Eurobond. In attesa del Consiglio, tutte le polemiche sul tema appaiono fumose e poco utili.
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