L’addio della senatrice Alessandra Ricciardi ai 5 Stelle fa venire meno a Palazzo Madama la maggioranza assoluta per i giallorossi: Giuseppe Conte è adesso sempre più in bilico, anche perché con il soccorso da parte di pezzi di Forza Italia sarebbe inevitabile il cambio del premier.
La maggioranza al Senato è adesso letteralmente appesa al filo. Dopo l’annuncio dell’addio al Movimento 5 Stelle della senatrice Alessandra Ricciardi, quella che in Giunta per le immunità di Palazzo Madama ha salvato Matteo Salvini sul caso Open Arms tanto che ora viene dato per certo un suo approdo alla Lega, adesso i giallorossi possono contare soltanto su 160 senatori perdendo così la maggioranza assoluta.
Al massimo si può arrivare a 167 considerando anche i senatori a vita e ad alcuni esponenti del Gruppo Misto, che però de facto non fanno parte della maggioranza di governo.
Ma le brutte notizie per Giuseppe Conte non sono di certo finite, visto che ci sarebbero altri tre senatori pentastellati pronti a dire addio al Movimento oltre a quelli a rischio espulsione per le mancate restituzioni.
A breve il pericolo concreto è che ci si possa trovare di fronte a una sorta di governo di minoranza, uno scenario da incubo se si pensa alle difficili sfide che attendono il Paese nei prossimi mesi vista la crisi sanitaria ed economica prodotta dal coronavirus.
La poltrona di Giuseppe Conte starebbe così iniziando a traballare sempre di più, con diversi big della maggioranza (leggi Renzi e Di Maio) che si vocifera come non si strapperebbero di certo i capelli in caso di un avvicendamento a Palazzo Chigi. L’importante però è evitare le elezioni anticipate a ogni costo.
Conte in bilico: nuovo premier con Forza Italia?
I presunti cospiratori all’interno dei giallorossi si devono però muovere su un terreno minato. Per prima cosa c’è da considerare che Giuseppe Conte gode al momento di una ampia popolarità tra gli italiani, nonostante il governo appaia impantanato di fronte alle difficoltà dovute al coronavirus.
Resta il fatto che numericamente la maggioranza rischia di non esserci più al Senato: basterebbe di conseguenza un voto su un tema scottante, come l’Europa o i vari decreti da convertire, per aprire una inevitabile crisi di governo.
In tal caso però Italia Viva mai vorrebbe andare a votare, visti i sondaggi che la vedono sotto il 3%, al pari degli esponenti più in vista del Movimento 5 Stelle dato che tutti non sarebbero ricandidabili per la regola dei due mandati.
Per evitare le urne e convincere Sergio Mattarella a dare il disco verde al terzo governo in meno di tre anni, servirà per forza di cose una nuova maggioranza ben definita. In quest’ottica spettatore molto interessato è Forza Italia, altro partito spaventato dalle elezioni.
Sia per problemi di tenuta della coalizione di centrodestra che per l’impossibilità per i 5 Stelle di stringere un patto con gli azzurri, il popolo pentastellato che ha digerito Salvini e il PD mai potrebbe fare lo stesso con Berlusconi, non ci potrebbe essere un appoggio diretto da parte di Forza Italia.
Chi gestirà i soldi per l’emergenza?
A creare una stampella a una possibile nuova maggioranza potrebbero essere di conseguenza gli immancabili responsabili, che andrebbero a fuoriuscire da Forza Italia senza creare così troppi imbarazzi ai giallorossi.
In tal caso però Giuseppe Conte sarebbe costretto a fare le valigie, con la poltrona di Palazzo Chigi che verrebbe offerta a un dem anche per placare le voglie di elezioni da parte di Nicola Zingaretti.
I maligni sussurrano che con un premier più debole rispetto a Conte, partirebbe una sorta di assalto alla diligenza da parte dei “poteri forti” per mettere le mani sulla pioggia di miliardi in arrivo dall’Europa.
Tornando così in mente le parole pronunciate da Andrea Orlando a metà maggio: “Nelle prossime settimane vivremo una serie di attacchi al governo finalizzati alla sua caduta, ispirati anche da centri economici e dell’informazione, non tanto per correggere come è lecito l’attività di governo ma per rivedere il patto di governo e a riorganizzare la maggioranza”.
Riuscirà Giuseppe Conte a resistere di fronte a tutte queste difficoltà? Il premier per il momento tira dritto, ma il rischio di un’altra crisi di governo estiva dopo quella del Papeete appare sempre più concreto.
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