Dura solo pochi minuti il colloquio col Presidente Mattarella, nelle cui mani Conte ha rassegnato le dimissioni. Oggi dalle 16 le consultazioni. Lo scenario
Ufficiali le dimissioni di Conte, ora nelle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha avuto un breve colloquio - di appena 10 minuti - con il premier al Colle.
Mattarella, preso atto della volontà del premier, ha chiarito che le consultazioni partiranno dalle 16 di oggi (mercoledì 21 agosto), al Quirinale.
Conte aveva annunciato le intenzioni dimissionarie già all’avvio del suo intervento in Senato di ieri, aprendo a ore di dibattiti infuocati tra le parti, specie considerando le parole non certo tenere che l’ormai ex capo dell’esecutivo ha riservato a Matteo Salvini, etichettato come “privo di sensibilità istituzionale” e mosso solo da “interessi personali”.
Parole a cui Salvini ha replicato a più riprese nel corso della giornata, dicendosi perlopiù sorpreso da giudizi tanto negativi arrivati solo in questa fase, dopo un esecutivo portato avanti fianco a fianco.
L’ultima parola però, ancora in Senato, è spettata a Conte, anche in questo caso particolarmente pungente e diretto nel congedarsi dall’aula e recarsi al Colle per l’ufficializzazione delle dimissioni:
“Basta espedienti, tatticismi, non detti, mancanza di coraggio. Se manca il coraggio, mi pongo io come coraggioso davanti al Paese, per il bene del Paese, prendendo atto che Salvini non ha la capacità di farsi carico dei suoi comportamenti, delle sue scelte, di assumersi responsabilità. Ma non c’è problema: me le assumo io tutte le responsabilità.”
Conte ufficializza dimissioni, ora che succede?
Salvini, in un’intervista fiume di ieri, ha indicato ancora una volta il voto come “via maestra”, rimettendosi in ogni caso alle decisioni del Presidente della Repubblica.
Per lo stesso Conte sarà il Colle a guidare il Paese “in questo passaggio delicato”. Mattarella, dal canto suo, si è per ora limitato come previsto ai più semplici e scontati gesti istituzionali.
Preso atto delle dimissioni dopo un colloquio di pochi minuti faccia a faccia con l’ex premier, ha invitato il Governo a proseguire nelle sue azioni principali, lasciando spazio alle consultazioni da oggi alle 16.
Giovedì a partire dalle 11 - e a seguire nel corso del pomeriggio - il capo dello Stato incontrerà le principali parti politiche, dal Pd alle Lega passando per il M5s.
Restano in ballo per il momento le ipotesi governo di scopo - vale a dire un esecutivo di breve durata mirato a concludere la legge di bilancio, impedire l’aumento dell’IVA e completare la riforma costituzionale - e quella di un governo istituzionale - ovvero la già prefigurata ipotesi Pd-M5s, per un esecutivo politico pronto ad andare avanti fino al termine della legislatura.
Ma la voce più forte è quella che spinge alle urne, chieste con insistenza da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi; di un fronte simile fanno poi parte anche alcune figure del Partito democratico, come Carlo Calenda.
Proprio durante il faccia a faccia Mattarella-Conte, il ministro dell’Interno Salvini è stato protagonista di un vero e proprio ciclo infinito di risposte a domande dei giornalisti all’esterno del Senato.
In quell’ambito si è detto ora finalmente consapevole dei motivi dietro ai no del M5s, parlando di un “tentativo di inciucio fra Renzi e Grillo”, frutto - ha assicurato - di accordi lontani:
“Noi come Lega abbiamo avuto la dignità, la forza e il coraggio di segnalare tutto questo in Parlamento, così da spiegarlo chiaramente agli italiani. Ora la via maestra è il voto, non vedo alternative valide”.
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