Arrivano oggi in Consiglio dei Ministri gli ultimi 4 decreti attuativi del Jobs Act, relativi ai controlli ai distanza sui lavoratori, alla durata della Naspi e alla Cassa Integrazione straordinaria.
Quello di oggi sarà un Consiglio dei Ministri denso di provvedimenti al vaglio dell’Esecutivo. Mentre alcune misure relative alla delega fiscale saranno oggi solo discusse, dovrebbero essere definitivamente approvati gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs Act relativi ai controlli a distanza dei lavoratori, alla durata della Naspi e a casi specifici della sua applicazione e alla Cassa Integrazione straordinaria.
Con questi provvedimenti il Governo intende chiudere la partita del Jobs Act e introdurre, forse, alcune modifiche alla norme già emanate riguardo ai controlli a distanza, soprattutto a seguito delle critiche poste dai sindacati. Altri provvedimenti riguarderanno le politiche attive attive del lavoro, la creazione dell’Agenzia unica per le ispezioni e le modalità di applicazione della Naspi su categorie particolarmente colpite dall’introduzione di questo nuovo ammortizzatore sociale, quali i lavoratori stagionali del turismo.
Controlli a distanza
In base allo schema di decreto legislativo che sarà definitivamente approvato oggi, il datore di lavoro avrà la possibilità di raccogliere informazioni mediante strumenti audiovisivi e digitali (telecamere ma anche altri strumenti che consentono di controllare accessi e presenze) sui lavoratori, senza accordo sindacale o autorizzazione amministrativa.
L’unica restrizione prevista è il rispetto della normativa vigente riguardo alla privacy e l’obbligo di utilizzare le informazioni raccolte per le sole finalità connesse al rapporto di lavoro.
Quella che in altri termini viene messa in atto con il decreto sui controlli a distanza è una modifica sostanziale dello Statuto dei lavoratori che, al momento attuale, prevede l’impossibilità, per il datore di lavoro, di utilizzare impianti audiovisivi e telecamere per controllare i lavoratori in azienda. Tale possibilità può concretizzarsi solo a seguito di un accordo sindacale o, in mancanza di esso, a seguito di un’autorizzazione rilasciata dalla Direzione Territoriale del Lavoro. Se il datore di lavoro non rispetta tali regole poteva, fino ad oggi, essere perseguito penalmente.
Nello schema di decreto legislativo in approvazione oggi l’uso di audiovisivi e telecamere viene comunque disciplinato attraverso regole precise:
- gli impianti audiovisivi e tutti gli altri strumenti che consentano il controllo a distanza dell’attività dei lavoratori potranno essere utilizzati per sole esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale.
- Rimane comunque la necessità dell’accordo sindacale e dell’autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro in mancanza di accordo;
- Viene introdotta la possibilità, senza necessità di accordo sindacale o autorizzazione amministrativa, di utilizzare gli strumenti che il lavoratore utilizza per la stessa prestazione lavorativa e gli strumenti elettronici in possesso del lavoratore (smartphone, tablet, schede per la navigazione in internet, computer con collegamento ad internet e una casella di posta elettronica, GPS, e qualsiasi altro strumento che abbia un microchip, ecc.) per aumentare i controlli sui lavoratori e registrarne gli accessi e le presenze sul luogo di lavoro.
E’ proprio su questo punto che sono state sollevate le maggiori obiezioni da parte delle Commissioni Parlamentari chiamate a fornire i propri pareri non vincolanti, dal momento che, sebbene i dati raccolti dovrebbero essere utilizzati per le sole finalità connesse al rapporto di lavoro, il datore di lavoro, controllando ad esempio i dati del cellulare aziendale, sarebbe in grado di monitorare anche dei dati personali del lavoratore quali la posizione, il percorso, l’identificazione, l’uso e le scelte del dipendente.
In altri termini, si concretizzerebbe la possibilità di una continua violazione della privacy del lavoratore e il datore di lavoro sarebbe autorizzato a raccogliere informazioni utilizzabili anche per il licenziamento o per un’altra sanzione inflitta al lavoratore, sfruttando contenuti quali immagini, audio e video.
Su questo punto il governo sembra intenzionato a non accogliere i pareri parlamentari e a lasciare invariato l’impianto originario del decreto; probabilmente il decreto potrebbe essere attuato introducendo delle sanzioni per l’utilizzo scorretto dei dati raccolti.
Naspi
E’ prevista l’estensione della Naspi fino a una durata massima di 24 mesi anche oltre il 2016. Saranno stabilizzati altri ammortizzatori sociali quali i nuovi congedi parentali e l’Asdi e verrà decreta, sempre riguardo alla Naspi, una salvaguardia temporanea per i lavoratori stagionali del turismo, valida comunque per il solo 2015.
Cassa Integrazione straordinaria transitoria
Vengono, infine, introdotte nuove misure relative alla disciplina della Cassa integrazione straordinaria per le aziende che cessano la propria attività e che vengono rilevate da altri gruppi aziendali che le acquistano.
Al fine di agevolare il trasferimento dei dipendenti dell’azienda in chiusura e il successivo riassorbimento occupazionale, in deroga alla nuova disciplina sulla Cassa Integrazione, recentemente approvata, verranno concessi
- 12 mesi in più di cassa integrazione straordinaria nel 2016 (rispetto ai 6 mesi in più, precedentemente previsti)
- 9 mesi in più nel 2017;
- 6 mesi in più nel 2018;
Per quanto riguarda le grandi vertenze industriali di rilevanza nazionale, se è stato sottoscritto un accordo per la Cassa Integrazione entro il 31 Luglio, previo parere di una apposita commissione ministeriale, potranno continuare a essere seguite le regole previste dall’accordo stesso, derogando alla nuova disciplina della Cig.
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