Coprifuoco, a casa entro le 22: il Viminale smentisce la Gelmini

Antonio Cosenza

25/04/2021

Coprifuoco: sarà consentito andare a cena fuori ma entro le 22 bisogna stare a casa. Il Ministero dell’Interno ha smentito l’interpretazione data dalla Gelmini.

Coprifuoco, a casa entro le 22: il Viminale smentisce la Gelmini

È durata poche ore la speranza dei cittadini di poter restare al ristorante fino alle 22:00 per poi fare tranquillamente ritorno a casa: il Viminale ha smentito l’interpretazione della norma data questa mattina dal Ministro per gli affari regionali, Maria Stella Gelmini, specificando che non ci sono novità per il coprifuoco.

Sul coprifuoco non mancano le polemiche: c’è chi ritiene non ci siano le condizioni per mantenere quella che a tutti gli effetti è una privazione della libertà personale, e chi ritiene persino si tratti di una misura incostituzionale.

Ha suscitato in particolare molti dubbi il fatto che il nuovo Decreto riaperture consenta ai servizi di ristorazione - esclusivamente quelli con tavoli all’aperto - di lavorare anche a cena; com’è possibile, infatti, completare in tempo un servizio per fare in modo che le persone siano poi a casa entro le 22? Una domanda che si sono fatti in molti, tant’è che i sindacati hanno chiesto al Governo di spostare il coprifuoco di un’ora, così da permettere ai ristoratori di lavorare con più calma.

Rispetto a questo punto, però, in mattinata era arrivato il chiarimento del Ministro per gli affari regionali, Maria Stella Gelmini, la quale aveva dato un po’ di speranze ai ristoratori spiegando che vi sarà comunque la possibilità di restare al tavolo fino alle 22, senza rischiare una multa nel tragitto di ritorno a casa. A quanto pare, però, il Ministro Gelmini non ha letto bene il Decreto riaperture: poche ore dopo dalle sue dichiarazioni, infatti, è arrivata la smentita del Ministero dell’Interno.

Coprifuoco: sanzioni anche per chi torna dal ristorante

Il Viminale ha smentito l’interpretazione data dalla Gelmini, confermando che il coprifuoco prevede che entro le 22 debba esserci il ritorno a casa. Una regola che vale anche per chi è a cena fuori.

E non è mancato il rimprovero alla Gelmini, con il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia, che ha affermato:

“Se c’è qualcosa da dire sugli aspetti di sicurezza non è il caso lo faccia la ministra degli Affari regionali, in quanto in Italia l’unica voce credibile e autorità competente in questo senso è quella del ministro dell’Interno”.

Dichiarazioni, quelle della Gelmini, che creano solamente confusione, sia nei cittadini che nelle Forze dell’Ordine che avranno il compito di vigilare. Sibilia fa notare che nel decreto viene specificato che il coprifuoco è fissato alle 22 e quello è l’orario in cui già bisogna stare a casa. Un concetto che era già stato sottolineato ieri dalla circolare inviata dal capo di gabinetto, Bruno Frattasi, ai prefetti.

Il Ministro per gli affari regionali, Maria Stella Gelmini, sembra quindi aver preso un grosso abbaglio.

Coprifuoco: resisterà fino al 31 luglio?

Come abbiamo già avuto modo di spiegare, il coprifuoco è stato per il momento confermato fino al 31 luglio, ma con la promessa - da non sottovalutare - che se i contagi dovessero diminuire si interverrà anticipatamente per eliminare questa misura così tanto discussa.

A tal proposito, il Ministro Gelmini, durante la sua intervista rilasciata al Messaggero, ha indicato la data in cui è possibile aspettarsi novità per il coprifuoco. Nel dettaglio, considerando che “i dati dei contagi stanno migliorando costantemente e che la campagna vaccinale è entrata ormai nel vivo (sono circa 400 mila le inoculazioni al giorno)”, si può immaginare un cambio del coprifuoco già a metà maggio. L’obiettivo è quello di abolirlo del tutto, con la ripartenza per altre attività. E nelle ultime ore anche il Ministro Speranza e Franco Locatelli, hanno annunciato che ci sarà una verifica a metà maggio.

La Gelmini anticipa che per il 1° giugno si spera anche di far riaprire i ristoranti al chiuso anche a cena (mentre il Decreto riaperture consente il solo pranzo), oltre a far ripartire il settore del wedding. “E - conclude la Gelmini - va risolto l’incidente sui centri commerciali, ai quali bisogna permettere di riaprire durante il weekend”.

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