Corea del Nord verso il collasso sanitario da Covid-19?

Riccardo Lozzi

20/05/2022

Dall’annuncio del primo caso di Covid-19, in Corea del Nord risultano 2,2 milioni di persone con sintomi influenzali. Si va verso il collasso sanitario?

Corea del Nord verso il collasso sanitario da Covid-19?

Dopo una settimana dall’annuncio del primo caso di Covid-19, la Corea del Nord ha dichiarato un totale di oltre 2,2 milioni di casi che presentano sintomi di “febbre”. Non è noto ancora quanti di questi siano positivi al Coronavirus.

Si tratta, senza dubbio, di una percentuale significativa in un Paese di 25 milioni di abitanti dove, se non l’intera, almeno la stragrande maggioranza della popolazione risulta ancora non vaccinata. Kim Jong-un ha infatti più volte rifiutato l’invio di dosi da parte di altri Stati o di Istituzioni internazionali.

Un rifiuto dettato dalla volontà di continuare a tenere isolata la Nazione dal resto del mondo. Probabilmente anche per non mostrare la vera condizione delle infrastrutture sanitarie nordcoreane agli osservatori internazionali o ad altri Stati, anche alleati, come la Cina.

Diversi analisti e osservatori politici internazionali si interrogano sulla possibilità di un collasso sanitario della Corea del Nord a causa della pandemia da Covid-19 e sul futuro del regime di Kim Jong-un.

Corea del Nord verso il collasso sanitario da Covid-19

In uno Stato sottosviluppato dal punto di vista economico, in cui il rischio di propagazione del virus potrebbe causare un disastro umanitario, qualsiasi governo avrebbe difficoltà a mantenere il proprio potere. Tuttavia, questo potrebbe non valere per quello di Pyongyang.

Al contrario, in molti prevedono che l’epidemia potrebbe addirittura rendere Kim Jong-un ancora più potente invece che indebolirlo, permettendogli di avere una scusa per stringere di più la presa sul controllo della popolazione.

Il leader della Corea del Nord ha il pieno controllo della macchina della propaganda, attraverso la quale può plasmare la verità a suo piacimento. Una tecnica già utilizzata dal padre e predecessore Kim Jong-il durante la carestia che colpì il Paese dal 1994 al 1998, in occasione della quale coniò l’espressione “ardua marcia”.

Gli effetti del Covid sul regime di Kim Jong-un

In questo senso è emblematico il cambio di strategia comunicativa da parte del regime. Nei mesi scorsi la linea ufficiale, su cui molti esperti mostravano un certo scetticismo, era che non ci fosse alcun caso positivo al virus all’interno dei confini nazionali.

Rendere pubblica quella che potrebbe essere una situazione drammatica potrebbe quindi essere una nuova tattica da parte di Kim per rafforzare la sua immagine interna. L’agenzia di stampa centrale Kcna ha affermato nelle ultime ore che le autorità stanno ottenendo buoni risultati nella lotta alla pandemia.

Quanto avviene in questi giorni sta avendo una duplice interpretazione all’esterno: da una parte c’è chi sostiene che la situazione sia molto più drammatica di quanto dichiarato; per altri, invece, Kim Jong-un starebbe sfruttando la crisi pandemica per dimostrare ancora una volta la forza della propria leadership sia all’interno che all’esterno della Corea del Nord.

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