Coronavirus, 20mila assunzioni (precarie) di medici e infermieri: il decreto

Teresa Maddonni

12/03/2020

Coronavirus: 20mila assunzioni (precarie) di medici, infermieri e altro personale sanitario per affrontare l’emergenza. Dopo le proposte per i pensionati, arriva il decreto specifico per nuovi, ma instabili inserimenti.

Coronavirus, 20mila assunzioni (precarie) di medici e infermieri: il decreto

Coronavirus: 20mila assunzioni di medici e infermieri previste. Assunzioni precarie è bene precisarlo, come stabilito dall’ultimo decreto-legge il n.14 del 9 marzo 2020 del governo.

L’obiettivo è inserire medici e infermieri per affrontare la carenza di personale sanitario e soprattutto dare il cambio a chi sta affrontando l’emergenza coronavirus.

Il decreto stabilisce che le 20mila assunzioni possano avvenire senza tradizionale bando e misura concorsuale. I concorsi, come sappiamo, sono stati sospesi in tutta Italia. Eventualmente solo alcuni sono attivi, come quelli del personale sanitario appunto e quelli con specifiche modalità.

Vediamo cosa stabilisce il decreto e in che modalità avverranno le assunzioni di 20mila tra medici e infermieri e perché le abbiamo definite precarie.

Coronavirus: 20mila assunzioni precarie di medici e infermieri nel decreto

20mila assunzioni precarie di medici e infermieri per coronavirus. A stabilirlo il decreto-legge del governo, che certo non le definisce precarie, ma di fatto lo sono.

Il Dl infatti, visto il DPCM dell’8 marzo 2020, emana le «Misure straordinarie per l’assunzione degli specializzandi e per il conferimento di incarichi di lavoro autonomo a personale sanitario».

Misure straordinarie dunque che prevedono non una prova concorsuale, sebbene queste siano possibili per il personale sanitario. In particolare, all’articolo 2 del decreto, si legge chiaramente che per fronteggiare l’emergenza coronavirus:

“le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, verificata l’impossibilità di utilizzare personale già in servizio nonché di ricorrere agli idonei collocati in graduatorie concorsuali in vigore, possono, durante la vigenza dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, conferire incarichi individuali a tempo determinato, previo avviso pubblico, al personale sanitario e ai medici in possesso dei requisiti previsti dall’ordinamento per l’accesso alla dirigenza medica.”

Sempre il decreto-legge stabilisce che le assunzioni del personale sanitario, quindi non solo medici, ma anche infermieri e OSS, avvengono attraverso una selezione fatta per titoli e colloquio orale, ma soprattutto stabilisce che hanno la durata di un anno e non sono rinnovabili.

Una mancata occasione, secondo i sindacati per procedere alla stabilizzazione, dal momento che le condizioni di lavoro che vengono promesse al personale sanitario e quindi anche a infermieri e OSS sono estremamente precarie.

Il decreto stabilisce però che il servizio prestato nell’emergenza e le attività svolte costituiscono «titoli preferenziali nelle procedure concorsuali per l’assunzione presso le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale».

Lo stesso discorso vale per le assunzioni dei medici al quarto e quinto anno di specializzazione con co.co.co. per affrontare l’emergenza.

Coronavirus: assunzioni specializzandi con co.co.co.

Assunzioni con co.co.co anche per medici specializzandi e a stabilirlo è sempre il decreto n.14 del 9 marzo secondo il quale

“gli iscritti all’ultimo e al penultimo anno di corso delle scuole di specializzazione, anche ove non collocati nelle graduatorie di cui all’articolo 1, comma 547, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, di durata non superiore a sei mesi, prorogabili in ragione del perdurare dello stato di emergenza, sino al 2020.”

Dunque per i medici che sono iscritti alla scuola di specializzazione, e restano iscritti, è prevista l’assunzione, seppur precaria per 6 mesi con co.co.co, quindi con partita IVA, e , come si legge ne decreto-legge, una retribuzione pari a

“quanto stabilito dal contratto di formazione medico specialistica, integrato dagli emolumenti corrisposti per l’attività lavorativa svolta.”

Fin qui tutto bene, dal momento che gli incarichi, seppur provvisori, sono conferiti a specializzandi che andranno a maturare un’esperienza che verrà considerata nell’ambito del conferimento del diploma di specializzazione finale.

Il decreto-legge però stabilisce anche che vangano assunti, secondo le modalità che abbiamo sopra indicato, anche:

“laureati in medicina e chirurgia, abilitati all’esercizio della professione medica e iscritti agli ordini professionali.”

Questo determina assoluta precarietà senza una possibile stabilizzazione dei medici e di conseguenza, come i sindacati fanno notare la concreta possibilità che gli avvisi pubblici delle strutture sanitarie, non abbiano risposta considerando che la proposta lavorativa, a parità di carico di lavoro e di rischio, finisce per essere considerata poco attrattiva.

A quel punto si rischierà di contare principalmente sulle assunzioni straordinarie di infermieri e medici in congedo.

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