Parla il capo della Protezione Civile che, ricordando l’esodo di persone verso il Meridione all’inizio dell’emergenza, avverte che il Sud è ancora a rischio
Il Sud è ancora a rischio coronavirus e non bisogna ancora abbassare la guardia. Sono le parole di Angelo Borrelli, il capo della Protezione Civile che, ricordando l’esodo di massa dal Nord verso il Meridione in vista del lockdown, ha messo in guardia la popolazione sulla possibilità che la situazione peggiori anche nelle regioni del Mezzogiorno.
Sebbene il contesto resti più grave al Nord e i numeri dell’emergenza dicano che forse è cominciata una lenta discesa, gli avventori degli ultimi treni verso il Sud hanno senza dubbio favorito la circolazione del virus anche nelle altre regioni, dove si registra un aumento dei contagi, più contenuto, ma costante.
Nonostante la maggior parte delle persone che hanno raggiunto il proprio paese d’origine si siano volontariamente messe in quarantena, Borrelli ha definito questo virus capace di attraversare “oceani e continenti”, per cui ha esortato tutti a non sottovalutarlo in alcun modo.
Sud ancora a rischio: necessari dispositivi di protezione
Il capo della Protezione Civile, intervistato dal Corriere della Sera, si è espresso anche relativamente ai recenti scontri con le regioni, che lamentano la scarsità di sistemi di protezione come mascherine e tute protettive da destinare alle strutture sanitarie.
Borrelli ha ricordato come la collaborazione con il commissario all’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, abbia permesso di fare molta strada aprendo nuovi canali di approvvigionamento e mettendo in piedi un’efficiente rete di distribuzione verso tutte le regioni.
Negli ultimi giorni, infatti, sono state acquistate 300 milioni di mascherine in arrivo nei magazzini della Protezione Civile e un numero importante è già stato consegnato all’Ordine dei Medici.
“Non esiste un’emergenza a criticità zero, l’importante è essere in grado di rispondere e superare tempestivamente le difficoltà che, mano a mano, si incontrano lungo il percorso. Senza le misure messe in campo dal governo, le nostre strutture ospedaliere avrebbero sofferto molto di più e oggi conteremmo un numero di morti decisamente superiore”,
ha spiegato.
Gestione italiana, un modello per gli altri Paesi
Borrelli ha insistito anche sull’importanza di riconoscere all’Italia i meriti di una gestione che ha dimostrato di poter essere d’esempio per gli altri Paesi e ha esortato gli italiani ad apprezzare tanto il valore delle azioni messe in campo dalla nostra Protezione Civile, quanto l’importanza dell’impegno individuale di ogni singolo cittadino per coadiuvare quello delle Istituzioni.
Anche se la situazione in atto avrà delle ripercussioni psicologiche e la distanza sociale ci farà probabilmente vivere a lungo con paura la possibilità di “ripercorrere quel metro che oggi ci separa”, ha avvertito Borrelli, dovremo essere abili a riavvicinarci l’un l’altro gradualmente, senza perdere la fiducia, ma coltivando la tenerezza.
Quest’ultimo, nel sottolineare ancora una volta che il Sud è ancora a rischio e che non bisogna abbassare la guardia proprio ora che le misure restrittive stanno dando i loro primi frutti concreti, ha concluso ricordando che la frenata nei contagi è comunque un dato confortante, che potrà dare un piccolo margine di tempo per organizzarsi ancora meglio ad “affrontare un’eventuale recrudescenza della curva”.
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