Coronavirus, FMI: “sarà la peggiore crisi dalla Grande Depressione”

Anna Maria Ciardullo

09/04/2020

Secondo la direttrice del FMI, Kristalina Georgieva, il coronavirus ha causato la peggiore crisi dalla Grande Depressione. A quando la ripresa?

Coronavirus, FMI: “sarà la peggiore crisi dalla Grande Depressione”

A causa del coronavirus ci sarà la più grande crisi dalla Grande Depressione. Queste le previsioni del FMI, Fondo monetario internazionale, che ha lanciato l’allarme per l’economia mondiale.

Sono le dure parole pronunciate dalla direttrice generale dell’Istituto, Kristalina Georgieva, nel discorso di apertura della consueta assemblea primaverile.

Il 2020, dunque, vivrà una crisi come nessun’altra. È il tema principale tra quelli discussi durante l’incontro, rigorosamente organizzato in modalità virtuale. Ma fare previsioni certe su un’eventuale ripresa non è semplice, almeno finché il coronavirus rimarrà un nemico in parte sconosciuto.

La peggiore crisi dalla grande depressione: i timori del FMI

Appaiono prive di speranza le dichiarazioni di Georgieva, che ha ricordato come la COVID-19 stia causando “una tragica perdita di vite umane” e come il lockdown necessario per combatterla abbia colpito duramente miliardi di persone.

“Il coronavirus ha distrutto il nostro ordine economico e sociale alla velocità della luce e con una potenza che non ha memoria in essere vivente”.

La direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha messo l’accento anche sulla difficoltà oggettiva nel fare previsioni a lungo termine, poiché dovremo confrontarci con una “straordinaria incertezza sulla durata e la profondità della crisi”.

Per il Fondo Monetario Internazionale, l’epidemia di coronavirus che ha già provocato una profonda recessione in Europa, determinerà una brusca contrazione anche sulla crescita globale nel 2020.

Il cambiamento che in appena un mese ha stravolto gli equilibri mondiali appare surreale. Soprattutto se, come ha ricordato la stessa Georgieva, appena 3 mesi fa le previsioni del FMI erano ottimistiche e ci si aspettava un andamento positivo del reddito pro capite in 160 dei Paesi membri quest’anno.

Il coronavirus ha stravolto i numeri: le stime ora prevedono un segno negativo per almeno 170 Paesi.

Speranze di una lenta ripresa

Il Fondo monetario internazionale ha descritto gli effetti delle misure di contenimento del virus come un sostanziale fermo all’economia mondiale.

Uno stop che ha colpito duramente molti settori, come le vendite al dettaglio, i trasporti, il turismo, gravando in particolar modo su quei Paesi con un’alta percentuale di lavoratori autonomi e un tessuto imprenditoriale dominato dalle PMI.

Se il rischio di recessione e la crisi sanitaria interessano i Paesi avanzati, a maggior ragione avranno un effetto devastante anche su quelli più poveri e in via di sviluppo, dove il contraccolpo sarà ancora più severo. “Questa crisi non conosce frontiere. Tutti soffrono”, ha ricordato ancora Kristalina Georgieva.

Non c’è dubbio che il 2020 sarà eccezionalmente difficile” ha aggiunto la direttrice del FMI, concludendo che se la pandemia svanisse nella seconda metà dell’anno, consentirebbe una graduale revoca delle misure di contenimento e la riapertura dell’economia. In questo caso, l’ipotesi sarebbe di una parziale ripresa nel 2021.

Si tratta dell’unico timido barlume di ottimismo trapelato dalle parole dette in conferenza.

Fatta salva l’incertezza dietro questa previsione, che dipende da come si evolverà la pandemia e dalle azioni politiche che saranno portate avanti, per il Fondo Monetario Internazionale quella in atto resta la peggiore crisi mai vista dalla Grande Depressione.

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